Rappresentazione bisessuale: cosa significa?

Negli ultimi anni c’è stato un incremento dei personaggi bisessuali in film e serie tv ed è interessante chiedersi, com’è la rappresentazione bisessuale? Me lo sono chiesto quando ho scritto un articolo sui personaggi bisessuali in serie tv presenti su Netflix e mi sono resu conto che l’argomento può essere molto complesso. A parte essere contentu per la maggiore rappresentazione della bisessualità ed elencare gli stereotipi dei personaggi ci sono tanti altri elementi che possono essere oggetto di discussione. Shiri Eisner, attivista bisessuale, ha analizzato l’attuale conversazione sui personaggi bisessuali e ha proposto una serie di domande che potremmo porci per comprendere meglio la rappresentazione della bisessualità nei media.

Link all’articolo. Traduzione di Ste, revisione di Valeria.

Negli ultimi anni il tema dei personaggi bisessuali in televisione è diventato più rilevante rispetto a prima. Sono diventate sempre più comuni conversazioni sui personaggi bisessuali nelle varie serie, sul numero dei personaggi bi+, così come critiche agli show per la bi cancellazione.
Si parla sempre in modo positivo della comparsa di un nuovo personaggio bi+, sottolineando l’importanza della visibilità bisessuale. Infatti nel 2017 alcunu critici bisessuali hanno addirittura inaugurato il “Bisexual Representation Award” (Premio per la Rappresentazione Bisessuale) per gli show con personaggi principali bisex.

Più questi dialoghi si ampliano più diventa evidente il fatto che la maggior parte delle conversazioni ruotano intorno a un aspetto: la visibilità in sè e per sè.
In tutta questa celebrazione sono poche le fonti che discutono il significato di queste rappresentazioni: come i personaggi sono rappresentati, come vengono gestiti e come la loro bisessualità è concepita ed usata.

La rappresentazione bisessuale è importante. Certamente vogliamo vedere la nostra esistenza riconosciuta e le nostre esperienze umanizzate nelle nostre società e cultura, ma limitarsi semplicemente a cercare personaggi bi non è sufficiente.
La sola presenza della bisessualità sullo schermo non è nè una novità nè automaticamente un fatto positivo. Infatti c’è una lunga storia di rappresentazione bisessuale nei film e nella televisione e la sua attuale incarnazione è in linea con quella storia.

Quindi qual è il problema?

Sia ora che allora la bisessualità non è mai stata rappresentata in maniera autonoma.
Invece è stata usata come mezzo per la caratterizzazione dei personaggi, per comunicare significati specifici che la cultura dominante associa alla bisessualità. Sia ora che in passato la bisessualità è stata utilizzata per descrivere i personaggi come sleali, inaffidabili, manipolatori, bugiardi, ipersessuali, edonisti o (sempre di più negli ultimi anni) moralmente dubbi. Ignorare questi elementi solo per favorire la presenza della bisessualità non tiene conto del contesto e del significato di questi personaggi e della loro bisessualità.

Un altro aspetto spesso lodato da chi commenta i personaggi bi+ è la “normalizzazione della bisessualità” o il “non lasciare che i personaggi siano definiti dal loro orientamento sessuale”. Questo fa riferimento al caso in cui la bisessualità di un personaggio è solo una delle sue caratteristiche e non ricopre un aspetto importante nello sviluppo del suo percorso.
Stando a questa visione, questa rappresentazione aiuta a comprendere le persone bi+ come individui completi. Questo punto di vista arriva dal fatto che nella storia cinematografica e televisiva la narrativa dei personaggi lesbici, gay e trans si è focalizzata su una “tragedia” immaginata delle loro identità.
Invece nel corso della storia della rappresentazione bi nei media la bisessualità non è mai stata usata come punto focale per i personaggi o la narrativa. Piuttosto è stata usata come una distrazione, una stravaganza, una casualità e come un modo per comunicare qualcos’altro.

In entrambi i casi l’uso problematico della bisessualità, che è in linea con la sua rappresentazione storica, viene trasformato in qualcos’altro ed elogiato anche se la rappresentazione è sempre la stessa; l’unica cosa diversa è l’incremento del numero dei personaggi bi+.

Per inciso: perchè stereotipare non è l’unico problema

Oltre le liste e gli articoli che elogiano i personaggi bi solo per esistere, l’altro elemento su cui si concentra la conversazione sono gli stereotipi bifobici. Nonostante gli stereotipi siano fortemente presenti nella rappresentazione della bisessualità sui media, è un problema usarli come unico punto centrale delle critiche.

Queste critiche sugli stereotipi danno per scontato che i comportamenti che rientrano negli stereotipi siano sempre sia falsi sia negativi, che le “vere” persone bi non si comportano in quel modo e che questi comportamenti sono necessariamente immorali. Questo generalmente va a braccetto con una richiesta di rappresentazione dei personaggi bi come “buoni”, “moralmente giusti” o normativi, cosa che porta a una politica della rispettabilità.
Ma non tutte le persone bi si comportano in modo “rispettabile” o vivono vite “rispettabili” e inoltre questi comportamenti non sono intrinsecamente sbagliati – alcuni di noi ne vanno anche fieri. Infatti queste idee che la società proietta su di noi indicano le ansie che la società cis etero associa alla bisessualità e di questa ne rivela il potere sovversivo.

Inoltre questo tipo di prospettiva dimentica un altro aspetto di questi personaggi e della narrativa, specialmente nei casi in cui gli stereotipi non si trasformano automaticamente in negatività. Molti personaggi bi sono descritti in modo stereotipato ma nello stesso momento sono umanizzati e presentati come positivi. Infatti quello che definisce i personaggi come “cattivi” o “immorali” non è la presenza di stereotipi ma la deumanizzazione.

In generale sebbene sia importante riconoscere ed esaminare gli stereotipi, usarli come nostro unico mezzo per analizzare i personaggi bi significa che ci limitiamo e ci chiediamo solamente: questo testo mi offende? Dà per scontati una serie di valori dominanti basati su una rispettabilità normativa e dà più peso alla domanda “cosa penseranno i cis etero di noi?” che non a “come e possiamo interpretare questa cosa e cosa significa?”.

Quindi cosa significa rappresentazione bisessuale?

Quindi da un lato abbiamo un elogio automatico per quasi tutte le rappresentazioni di bisessualità, indipendentemente dal contesto e dal significato, dall’altro lato abbiamo una ispezione accurata ma parziale di queste rappresentazioni. O siamo acriticamente contenti per la rappresentazione della bisessualità oppure giudichiamo una rappresentazione a seconda che ci metta o meno in cattiva luce.
Queste visioni permettono solo un dialogo superficiale e ci impediscono di andare più a fondo per capire i significati profondi di ciò che vediamo.

Invece di essere limitat* da questi poli dovremmo chiederci quali sono i significati creati dalla presenza della bisessualità: come viene usata? Quando e perchè compare? Cos’altro le viene associato? Cosa significa? Porsi queste domande significa prestare attenzione sia agli aspetti problematici che a quelli positivi e ci permette di renderci conto della sfumature e delle complessità.

Per esempio Bo (Lost Girl), Oberyn (Game of Thrones) e Capitano Jack (Doctor Who) sono tutti personaggi che sono stati percepiti positivamente dalle comunità bisessuale. Guardandoli dal punto di vista dell’elogio automatico sono tutti personaggi rivoluzionari, considerando il contesto di bi-erasure e demonizzazione dei personaggi bi: tutti loro sono, infatti, bisessuali e non sono i/le cattivi/e della situazione. Secondo questa visione queste rappresentazioni sono motivo di celebrazione. Una lettura degli stereotipi, tuttavia, ci mostra che questi personaggi sono molto stereotipati, sono tutti presentati come promiscui e con comportamenti sessuali fuori dalle norme. Bo è letteralmente una predatrice sessuale visto che prosciuga l’energia delle persone tramite il sesso; Oberyn è promiscuo, aggressivo e irruento; Capitano Jack è un ex-detenuto che flirta con qualunque cosa che si muove.

In ogni modo nessuna di queste prospettive è sufficiente per capire pienamente la loro bisessualità: queste rappresentazioni non sono nè positive nè negative. I personaggi sono tutti rappresentati come contemporaneamente positivi e umanizzati, mentre la loro bisessualità è cancellata (visto che non è mai nominata) e rimossa dalla realtà (visto che sono esseri soprannaturali, immortali o vivono in un mondo di fantasia). In tutti i casi la bisessualità è legata all’ipersessualizzazione in un modo che rivela il potenziale sovversivo della bisessualità in una società sex-negative, monogama ed eteropatriarcale.
In quanto spettatori e spettatrici bisessual* questi personaggi sfaccettati possono aiutarci a porci molte domande (sia mentali che emozionali) e possiamo vederli in tutta la loro complessità.

Una volta messi da parte i tentativi di lodare i personaggi per il solo fatto di esistere o denunciarli per essere stereotipati, potremmo iniziare a farci domande migliori e più interessanti. Dove vediamo la bisessualità? Cosa significa per noi? In quale contesto compare? Quando scompare? Come possiamo rivendicarli? Il tutto mentre manteniamo un occhio critico sul modo problematico in cui la bisessualità viene usata o trattata.
Dobbiamo iniziare a guardare più a fondo, iniziare una conversazione e insieme scoprire cosa significa davvero “rappresentazione bisessuale”.

Fonti:
Ellia Hanson, “Intoduction: Out Takes,” Out Takes: Essays on Queer Theory and Film, 1999.

Glynn Davis and Gary Needham, “Introduction: the Pleasures of the Tube,” Queer TV: Theories, Histories, Politics, 2009.

Jo Eadie, “’That’s Why She Is Bisexual’: Contexts for Bisexual Visibility”, The Bisexual Imaginary, 1997.

Shiri Eisner è un’attivista e scrittrice bisessuale, genderqueer e femminista. E’ l’autrice del libro “Bi: Notes for a Bisexual Revolution” che è stato premiato tra i migliori libri del 2014 ai “Lambda Literary Awards”. Tiene un corso di laurea in
studi d’arte interdisciplinari e tornerà presto al Master in studi di genere, scrivendo di bisessualità in TV.

 

 

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