Leo

Mi firmo Leo; ho 46 anni e sono bisessuale dalla nascita 😉

Quelli di voi che ci seguono sanno che non è il mio vero nome. Quando ho iniziato a scrivere per Bproud ho deciso di scrivere sotto pseudonimo un po’ per vezzo, un po’ per rispetto nei confronti delle persone di cui scrivo vista la delicatezza degli argomenti trattati e un po’ perché pur essendo out con tutte le persone a cui tengo e con alcune di cui mi frega poco non racconto spesso, se non qui, i miei c…zi.

Ho sempre saputo (bimbo precoce) di essere bisessuale, e non ho mai vissuto veramente una “fase” in cui non capivo, ohmioddio etc etc. Ho avuto il periodo in cui pensavo di dover scegliere se essere gay o etero perché nell’Italia anni ‘90 la bisessualità maschile non esisteva: o eri un etero curioso o (più facile) eri gay e non ti accettavi.

Le mie prime esperienze erotiche (maschietti e femminucce) le ho attraversate nel modo più naturale possibile e senza sensi di colpa (sopravvalutati). Divenuto più grande, dismesso il nerd adolescente, ho avuto anch’io la mia bella dose di amore e sesso matto e disperato.

Dopo la mia prima (ahimè) platonica storia d’amore (per una ragazza), il primo vero amore scoppiò per il mio primo ragazzo. Credevo di aver trovato l’anima gemella: lui bellissimo, dolce, gentile, fedele ahimè era condizionato dalla bifobia che lo attorniava. Non ha retto le illazioni da parte dai suoi amici in merito alla rinomata infedeltà dei bisessuali.

Convinto che non sarei mai stato felice, mi innamorai invece perdutamente di una donna che si rivelò, dopo qualche anno di amore e sesso intensi, non molto equilibrata di suo e comunque scettica verso la mia bisessualità; solo la mia… le sue spinte bisessuali invece, visto che erano continuamente represse, andavano bene.

Convintomi che la monogamia non fosse una scelta praticabile mi lanciai in sperimentazioni varie che non mi arricchirono più di tanto ma le mie “relazioni” (se non erano tutte one-night stand), sia che fossero etero, sia che fossero omosessuali, erano vissute privatamente, comunicate il meno possibile, e assolutamente senza nessun coinvolgimento con l’attivismo LGBT+. Decisi inoltre di tenere il mio orientamento sessuale fuori dalle mie relazioni sociali, forse per pusillanimità o forse per semplice nausea nei confronti dei tanti coming out ai quali (sia con amici gay che con amici etero – bisessuali out, manco a dirlo, ne ho quasi conosciuti veramente pochissimi) la mia bisessualità mi costringeva.

Quando decisi che la mia bisessualità non meritava una vita dissoluta a costo di rimanere solo, iniziai a rifiutare relazioni che non fossero ricche di pathos, empatia e condivisione, e assolutamente non da una botta e via. Finché conobbi la ragazza che sciolse il pezzo di ghiaccio che era diventato il mio cuore.

Vivo con questa meravigliosa donna da quasi vent’anni e non ho mai tentato di nasconderle la mia bisessualità, ma non ho mai nemmeno parlato esplicitamente. Il patto tacito di non parlare MAI (gelosia rules) dei nostri ex ha contribuito a questo don’t ask don’t tell finché sentii la necessità di passare ad un grado di comunione superiore pur nel rispetto del patto. Ne parlammo apertamente ed ora lei sa quasi tutto (il resto lo legge ahimè nei pezzi che scrivo) quello che c’è da sapere sull’orientamento sessuale di un bisessuale “uguale a” e “diverso da” tanti.

Questo coincise fatalità con il contatto da parte del mio ex e con altre faccende della mia vita che mi hanno fatto nascere la Vis da attivista. Mi sono messo allora a monitorare tutto il web straniero ma cercavo in realtà una comunità italiana che parlasse di bisessualità in modo un po’ più profondo di quanto facciano i siti-specchietto per incontri occasionali o che parlano di threesome come se piovesse.

Fu così che mi decisi a scrivere a Bproud inviando un mio pezzo autobiografico; conobbi allora Silvia e Francesca con le quali iniziai a scrivermi per conoscerci meglio e mi entusiasmai così tanto per il loro progetto che iniziai a scrivere e a scrivere inondandole di pezzi che sempre entusiasticamente decidevano di pubblicare sul blog. Fino alla proposta emozionante di collaborare attivamente con loro per lo sviluppo di Bproud.

Ed eccomi qui a scrivere una delle mie biografie. Le altre le potete leggerle nella rubrica “To B or not to B” che le due fatine hanno creato appositamente per accontentare la mia mania di protagonismo.

In conclusione:

  1. Sono out con chiunque con cui valga la pena di condividere qualcosa di più delle previsioni del tempo.
  2. Non ometto più di parlare di (lei o lui) ex se non quando non voglio raccontare i fatti miei
  3. Non sento più l’urgenza di enumerare le relazioni omosessuali o eterosessuali che ho avuto per provare la mia bisessualità
  4. Non sento più il bisogno di sottolineare la mia bisessualità nonostante la mia felice relazione etero da quasi vent’anni
  5. Non cedo più alla tentazione di insulto verso che mi chiede se mi piacciono più le donne o gli uomini o se sono crypto gay
  6. Non sento più il dovere di rassicurare sulla mia fedeltà solo per il fatto che sono bisessuale