Ci sono molti pregiudizi sulla bisessualità: cerchiamo di analizzarli e di capire perché non sono veri.
(tratto dalla sezione “Bisexuality FAQ” del sito www.bisexualindex.org.uk)
I bisessuali sono confusi: in realtà, per un bisessuale non vi è alcun tipo di confusione. Semplicemente, si tratta di persone che sono attratte da individui appartenenti a più di un sesso biologico (uomini, donne o trans). Tutti accettano senza problemi il fatto che si possa essere attratti da persone con caratteristiche fisiche diverse tra loro, come l’etnia, il peso, l’altezza o il colore degli occhi e dei capelli. Per i bisessuali, il genere è semplicemente una variabile in più.
I bisessuali sono dei maniaci: alcuni confondono l’essere attratti da entrambi i sessi con il volere fare sesso con chiunque, senza distinzioni. è un pregiudizio piuttosto stupido, perché sarebbe come pensare che gli uomini eterosessuali siano attratti da TUTTE le donne e i gay da TUTTI gli uomini. Avere entrambe le opzioni non significa non avere alcun tipo di filtro.
I “veri” bisessuali sono attratti in modo identico da uomini e donne: questo è uno dei punti più dibattuti. Il problema è che si pensa in termini assoluti invece di prendere in considerazione e dare pari dignità a tutte le sfumature che si trovano tra un polo e l’altro. Se preferisci la lattuga alla carne di manzo, non significa che sei vegetariano, giusto?
Perché la bisessualità dovrebbe essere diversa?
Alcuni bisessuali preferiscono l’aspetto androgino, altri no. Ad alcuni piacciono molto le differenze tra i sessi, altri ancora non percepiscono affatto tali differenze. Alcuni di noi sono attratti solo al 5% da un genere e al 95% dall’altro, e tali proporzioni variano nel tempo… C’è persino una parte di bisessuali che ritiene che pensare in termini di due soli generi sia limitante.
I bisessuali non possono essere fedeli: come per una donna etero il fatto di essere attratta sia dagli uomini bassi sia da quelli alti non significa essere incapace di rimanere fedele, è altrettanto possibile per i bisessuali impegnarsi in una relazione seria. I bisessuali hanno una probabilità di tradire assolutamente pari a quella di chiunque altro.
I bisessuali hanno bisogno di stare con un uomo e una donna contemporaneamente: alcuni di noi sono felici con un solo partner, altri hanno relazioni con più persone e alcuni, al termine di una relazione, frequentano una persona del sesso opposto rispetto a quello del partner precedente. Tra i bisessuali ci sono molti madri e padri di famiglia felicemente sposati (e dichiarati al coniuge). Alcuni sono single, altri scelgono di non avere relazioni. Non è nemmeno necessario avere già avuto rapporti sessuali per essere consapevoli della propria bisessualità. Ci sono bisessuali promiscui e altri che non fanno sesso se non all’interno di una relazione impegnata. Proprio come tutti gli altri. La bisessualità non definisce con chi fai sesso o con chi hai una relazione: riguarda semplicemente te stesso e i generi da cui sei attratto.
La bisessualità è una scelta di comodo: alcuni ritengono che i bisessuali siano in realtà gay o lesbiche che non vogliono dichiararsi tali, come se dire di essere bisessuali ci consentisse di non subire pregiudizi o discriminazioni. Purtroppo non è così. Non è affatto una posizione più facile, e questo elenco di luoghi comuni ne è la prova.
La bisessualità “è solo una fase”: questa è probabilmente l’affermazione che contribuisce maggiormente a screditare la bisessualità, insieme a “non esiste” e “non è possibile”. Nel definire la bisessualità come una “fase”, si afferma implicitamente che è una condizione temporanea da cui prima o poi si esce, perché è solo un esperimento (se non addirittura una “moda”). Crescendo, si dovrà per forza di cose “scegliere da che parte stare”: tanti dicono addirittura che nel momento in cui troveremo la persona giusta capiremo davvero qual è la nostra vera natura. Queste affermazioni sono fuorvianti semplicemente perché vorrebbero definire la “natura” di una persona in base a una rigida divisione in categorie (omo/etero) che è esterna al vissuto interiore di un/a bisessuale. è vero, alcune celebrità si dichiarano tali perché adesso va di moda, e diversi omosessuali hanno passato un periodo in cui, mentendo persino a loro stessi, affermavano di essere attratti anche dal sesso opposto. Ma ciò non significa che la bisessualità non possa essere l’orientamento sessuale costante di una persona: i bisessuali non “diventano” etero o gay a seconda del sesso del loro partner, ma continuano a essere attratti da entrambi i generi. Ed è questa l’unica, semplice, caratteristica della bisessualità.
Siamo tutti ancora troppo legati a una visione dicotomica dell’orientamento sessuale. Quali ostacoli bisogna affrontare per superarla?
Grazie per il tuo commento, Marco. È vero, il problema principale è che veniamo in qualche modo spinti a catalogarci, a decidere se stare da una parte (eterosessualità) o dall’altra (omosessualità) e tutte le esperienze o le emozioni che non rientrano in questa categorizzazione vengono sminuite o negate per far “quadrare il cerchio”. Io credo che l’unico modo per cercare di superare questa visione così rigida sia capire che non c’è alcun motivo di adeguarsi a uno schema se tale schema non ci rispecchia pienamente, perché comporterebbe negare una parte di noi stessi. La sessualità umana e i sentimenti sono troppo pieni di sfumature per essere suddivisi in compartimenti stagni. Molte persone si riconoscono pienamente e con serenità nell’orientamento etero o omosessuale, e va benissimo così. Ma ce ne sono molte altre che sentono di non appartenere del tutto né all’uno né all’altro, e non per comodità o indecisione, ma perché il loro vissuto non va in un’unica direzione. Ecco, a queste persone mi sento di dire: non cercate di costringervi a entrare in una scatola, se questa non ha la vostra forma. Piuttosto, ascoltate solo ciò che sentite vero dentro di voi senza giudicare. Credo che sia questo l’unico modo per accettare e accettarsi davvero: ascoltare senza giudizio.
Un abbraccio!
F.
Esatto!
Non è solo un problema morale o etico legato ad un giudizio. A volte percepisco in me e negli altri proprio una fatica cognitiva a guardare le cose da un punto di vista diverso. Quello che mi aiuta è richimarmi alla COERENZA CON ME STESSO: a quella forma di rispetto verso ciò che veramente sento e provo e accettare, frenando la spinta di adeguarsi a modelli e stili comuni…anche a costo di rimanere solo.
Un ragazzo difronte a questi quesiti dovrebbe essere guidato e incoraggiato (=EDUCATO!!..parolone!!)a rispettare se stesso per prima cosa. Educare a rispettare se stessi, quello che si sente, quello che si vive, cercando di non lasciarsi completamente andare a quello che TUTTI pensano e fanno è difficile perchè il giudizio sociale, la derisione, e a volte, la emarginalizzazione possono essere pesanti. Incoraggiare a NON RINUNCIARE A SE STESSI!
Ecco perchè a me interessano moltissimo le storie di vita delle persone e le difficoltà, perchè in esse io ritrovo sempre parti di me e mi dico che è un caso che io sia gay. Potevo nascere trans, bisessuale, androgeno, etero, dentista, avvocato, casalinga…La SCATOLA non ha nessuna importanza, anche se mi rendo conto che tale affermazione possa risultare troppo generalista e di spiccio relativismo…ma sono convinto che mi interessano di più i percorsi di vita: cosa una ha dovuto affrontare per essere quello che è, com’è riuscito a superare i suoi Stretti di Scilla e Cariddi e i suoi Ciclopi. Tanto prima o poi tutti arriviamo a Itaca ma con quale storia?…che cosa raccontiamo?…L’uomo che non ha storia è nulla.
Quella che mi fa più ridere, fra questi luoghi comuni, è la sesta; La bisessualità è una scelta di comodo.
Per esperienza personale, in alcune circostanze, suppongo, anche considerando l’andazzo della discussione in merito, avrei avuto vita più semplice se mi fossi definito “gay” piuttosto che bisessuale.
In alcuni casi, come ad esempio è stato quando mia madre ha “scoperto” di me. La causa è un comune non prendere neppure in “considerazione” la bisessualità come possibilità concreta ed esistente. Secondo mia madre -ad onor del vero è stata solo una reazione iniziale poi pian piano scemata- era impossibile, ed io probabilmente “confuso”, perché fino a pochi mesi prima avevo una relazione con una ragazza. Pur ribadendo più e più volte “infatti, sono bisessuale, non gay, né etero.”.
Per farvi ridere; fra le tante strambe teorie contro la bisessualità ce n’è una che fin ora batte tutte quelle che ho sentito, secondo un tizio “definirsi bisessuali, mentre si è in coppia con un uomo, è una mancanza di rispetto nei confronti del partner”. Come se al mio partner, dal momento in cui sta con me, smettono di piacere gli altri uomini.
Dovrebbe allora considerarsi “marcosessuale”? Altrimenti potrei offendermi!