La bisessualità al cinema: un autunno pieno di novità

Come avrete intuito, a noi di Bproud piace tenere d’occhio il panorama cinematografico e le serie TV, un po’ perché farsi prendere dalle storie raccontate sul grande o sul piccolo schermo è una passione che ci accomuna, e un po’ perché siamo convint* che l’evoluzione della rappresentazione della bisessualità sia una cartina al tornasole di come cambia la percezione delle persone B+ nella vita reale.

Abbiamo già fatto diverse recensioni sul nostro blog, ma stavolta vorrei concentrarmi su tre film in uscita a breve.

Il primo è La diseducazione di Cameron Post, già nelle sale da fine ottobre.

Questo film racconta la storia di una ragazza, Cameron, che dopo essere stata “beccata” con una coetanea viene spedita a un campo di “conversione”, che facendo leva su principi religiosi sostiene di poter guarire i giovani dall’omosessualità.

Le terapie riparative sono state già raccontate al cinema, spesso con un taglio drammatico – come del resto si addice a un argomento così doloroso e dibattuto. Quello che rende questo film diverso dagli altri è che si basa, invece, sulla lotta della protagonista per affermare la sua identità a prescindere dall’orientamento sessuale. Una delle frasi che dice alla direttrice del campo, infatti, è: “Non penso di essere omosessuale. Non penso di essere un bel niente”.

In questa intervista, la regista Desiree Akhavan, bisessuale dichiarata e anche regista, co- autrice ed inteprete della serie Channel 4/Hulu “The Bisexual” (in onda in queste settimane), ci offre una chiave per interpretare il suo punto di vista: “Personalmente mi sono sentita legata ad ambienti e culture diversi, spesso in conflitto fra loro: per esempio, il mio essere bisessuale talvolta mi ha messo in contrasto con una parte della comunità LGBT. Trovo inoltre buffo e assurdo che la gente abbia bisogno di definirsi attraverso degli hashtag. Mi auguro comunque che questo film contribuisca ad ampliare il dibattito al riguardo.”

Un bell’invito a liberarsi da ogni tipo di schema e a dare voce a chi si è veramente.

Il secondo film è Colette, ispirato alla figura della scrittrice di inizio novecento Sidonie-Gabrielle Colette.

Colette è famosa per avere creato il personaggio di Claudine e la relativa serie di romanzi. I libri ottennero un successo enorme, ma vennero pubblicati con il nome del marito, Henry Gauthier-Villars, detto Willy, uno scrittore dalla fama discreta ma dal talento decisamente inferiore. Il film racconta il percorso della donna, oltre che dell’autrice, e della sua progressiva emancipazione dal marito-tiranno. Qui trovate una bella analisi del rapporto complesso tra i due. L’aspetto che ci interessa di più è che l’emancipazione di Colette passa non solo dalla sua pretesa di riappropriarsi delle sue opere, ma anche dalla scoperta della sua bisessualità, che non nasconde né tanto meno vive come una fase o un capriccio del momento.

“Colette” uscirà nelle sale italiane il 6 dicembre.

E infine, IL film che gran parte del B-Team attende con ansia: Bohemian Rhapsody, ovvero il biopic su Freddie Mercury.

Molto è già stato detto, sia sul film sia sul personaggio in sé, per cui tantissime persone nutrono una stima e un amore che non si sono mai affievoliti nonostante la sua prematura scomparsa. Freddie è stato spesso rappresentato come un’icona gay, per lo meno in Italia, mentre nel Regno Unito, per esempio, è innegabilmente considerato un’icona bi ormai da tempo. La stessa organizzazione LGBT+ “Stonewall”, tra le più conosciute e presenti a livello mondiale, lo inserisce tra gli esempi di celebrità bisessuali da inserire come modelli nei programmi scolastici per una corretta integrazione degli studenti bi delle scuole secondarie (QUI la loro guida).

Il cantante, che è sempre stato piuttosto riservato e si è ben guardato dal fare dichiarazioni pubbliche sul suo orientamento, ha un posto molto speciale nel cuore di molte persone B+, perché sebbene da un certo punto in poi abbia avuto solo storie con uomini, la persona più importante della sua vita è stata una donna, Mary Austin, a cui ha dedicato “Love of my life”.

Mary gli è sempre rimasta accanto ed è piuttosto odiata dai fan (oltre ad avere ereditato il patrimonio di Freddie, è l’unica a sapere dove riposano le sue ceneri), ma il legame tra i due è stato innegabilmente profondo, duraturo e intenso. Troppo, per liquidarlo come una semplice amicizia. Nonostante i numerosi partner che ha avuto dopo, Freddie ha sempre sottolineato che nessuno avrebbe potuto prendere il posto di Mary, che considerava sua “moglie”, anche se in un’accezione indubbiamente particolare del termine.

L’uscita del film è prevista per il 29 novembre, anche se dall’estero sono già arrivati i primi commenti e, soprattutto, i primi “spoiler”. Tra questi, lo stralcio di una conversazione che pare sia realmente avvenuta proprio tra Freddie e Mary, in cui lui le dice “I think I’m bisexual” e lei gli risponde “No, Freddie, you’re gay“. Un brutto esempio di bierasure, che però rispecchia appieno il contesto dell’epoca, in cui le sfumature di oggi non erano minimamente contemplate.

I commenti più controversi sul film riguardano proprio la rappresentazione della vita privata del cantante, in particolare la sua sessualità. Qui potete leggerne un esempio.

Nonostante le critiche, c’è grande attesa per questa pellicola: ci sono voluti moltissimi anni per arrivare alla versione definitiva, durante i quali sono state fatte diverse modifiche. Anche gli intoppi nella produzione non si sono fatti mancare.

Se proprio non riuscite a resistere alla curiosità, ecco una recensione italiana in anteprima.

Noi preferiamo non rovinarci la sopresa… e speriamo di incontrarvi in tantissimi al cinema!

F.

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