Dichiararsi bi sul lavoro: Luca e Ian

Siamo arrivati all’ultima tappa del nostro breve viaggio alla scoperta delle esperienze di coming out dei nostri lettori sul posto di lavoro. Dopo le storie di Francesca, Andrea&Alex e Margherita&Mel, scopriamo quelle di Luca e Ian.

Luca

Qual è il tuo lavoro attuale? 
Sono impiegato nell’ufficio amministrativo di una cooperativa del settore vitivinicolo.

Hai avuto esperienze precedenti?
Sì. In precedenza ho lavorato due anni e mezzo in un’associazione di categoria, ufficio amministrativo. In seguito ho lavorato 4 anni e mezzo in ente del terzo settore come operatore sociale.

Sei mai stat* out al lavoro? Se sì, puoi raccontare la tua esperienza, difficoltà, vantaggi e svantaggi che hai notato nella tua vita professionale quotidiana e nell’approccio dei tuoi colleghi?

Nei due lavori precedenti a quello attuale sono stato out. All’interno dell’associazione di categoria non ho trovato particolarità rilevanti nella quotidianità lavorativa. L’ambiente era molto attento alla tutela dei diritti e il clima era molto positivo. Nella mia esperienza come operatore sociale, essendo in un ente ecclesiale, ho scelto con quali colleghi fare coming out perché potevano esserci difficoltà nei rinnovi contrattuali, nel caso in cui i responsabili avessero saputo. Lì vi era un clima maggiormente chiuso verso il mondo LGBT e preclusione verso chi vi apparteneva. Non mancavano momenti in cui vi era un forte moralismo, con critiche verso “lo stile di vita LGBT”.
Nel luogo di lavoro attuale non ho fatto coming out, lavorandoci da poco tempo.

Ci sono colleghi LG out nel tuo posto di lavoro? Se sì, ritieni che ci siano delle differenze nell’approccio verso una persona LG out e una BI?

Si, ci sono colleghi LG. A livello di retribuzione o funzione aziendale non ci sono differenze, che invece ci sono nell’approccio relazionale. Con i colleghi LG noto un atteggiamento delineato da pregiudizi e stereotipi, con battute di poco gusto e derisione (spesso li si chiama con appellativi non politically correct, per usare un eufemismo)

Se non sei out, puoi spiegarci perché? 

Nel nuovo posto di lavoro non sono out perché ancora non mi sento a mio agio.


Ian

Nota: Ian è un amico americano di BProud. Abbiamo voluto inserire anche la sua testimonianza per mostrare un punto di vista diverso che non è poi così irraggiungibile.

Qual è il tuo lavoro attuale? Lavoro come ingegnere, specializzato in crittografia, per una famosa compagnia internazionale che si occupa di tecnologia.

Sei mai stat* out al lavoro? Se sì, puoi raccontare la tua esperienza, difficoltà, vantaggi e svantaggi che hai notato nella tua vita professionale quotidiana e nell’approccio dei tuoi colleghi?

Non sono mai stato “out” prima del mio attuale lavoro. Sono rimasto molto stupito quando ho scoperto la presenza di una grande diversità di gruppi e ancora di più quando mi hanno parlato di un gruppo/chat dedicati esclusivamente agli impiegati bisessuali e alle nostre problematiche. Ho scoperto che far parte di questo gruppo mi ha reso più aperto in generale. Mi ha dato più sicurezza nel non nascondere la mia bisessualità ai colleghi. Non nascondo più il fatto che alcuni dei miei ex sono uomini quando parliamo. Vivo nella super liberale California e lavoro per un’azienda molto progressiva quindi non ho avuto nessuna particolare difficoltà. È molto bello.

Ci sono colleghi LG out nel tuo posto di lavoro? Se sì, ritieni che ci siano delle differenze nell’approccio verso una persona LG out e una BI?

Non mi sembra che i miei dirigenti trattino nessuno in modo diverso per essere bi o LG. Non sono neanche sicuro che il mio manager sappia o si interessi dell’orientamento degli impiegati, nonostante io sia “out”. Non ne sono del tutto sicuro ma credo di essere l’unica persona non etero “out” del suo team. Non vedo nessuna differenza tra me e gli altri.

Eri “out” all’università? Puoi raccontarci qualcosa di questa tua esperienza?

Questa risposta è un po’ complicata. Durante i primi anni di università ero assolutamente non dichiarato. Ho fatto coming out con me stesso, la mia ragazza e la maggior parte dei miei amici al primo anno di specializzazione. Avevo una relazione seria con una ragazza e allo stesso tempo un amico con cui facevo anche sesso (anche lei era bisessuale e avevamo un relazione basata sulla non monogamia etica). Nonostante questo non ero comunque “out” con il resto dei colleghi universitari e i professori. Sia il mio collega d’ufficio che il mio consulente per il dottorato esprimevano ripetutamente opinioni omofobiche e bifobiche veramente pesanti. Non sono riuscito a finire il dottorato di ricerca anche a causa dell’ambiente veramente tossico in cui mi sono trovato a studiare e lavorare.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.