B part of my family: Rio e il poliamore

Quando abbiamo aperto la sezione Bfamily del nostro blog ci siamo chiesti quale fosse la nostra visione di “famiglia”. Cosa vuol dire per noi “famiglia”? Dopo pochi secondi è stato subito chiaro che per noi voleva dire soprattutto volersi bene. Scegliersi, stare insieme, condividere la vita nel modo che ognuno ritiene migliore per se stesso e per le persone che ti rendono felice.

È con gioia ed interesse, quindi, che presento la nostra intervista di oggi a Rio, collaboratore del sito americano bisexual.org con cui siamo in contatto da qualche tempo, bisessuale, sposato con una donna ma in una solida e duratura relazione poliamorosa.

Da monogama quale sono adesso, ho sempre avuto un debole per il poliamore. Perchè? Perché così come il poliamore non è per tutti, non lo è neanche la monogamia. Bisogna “esserci portati” e sentirla come parte di sé e non per tutti è così. E non deve neanche esserlo. Ecco allora che il poliamore diventa l’alternativa più bella perché si basa sull’onestà, sulla massima sincerità tra le parti che non nascondono relazioni clandestine ma ne parlano apertamente basando la loro relazione sul dialogo e sul rispetto.

Fateci sapere cosa ne pensate.

 

 

Quando hai fatto coming out con te stesso?

Sapevo di essere attratto da ragazzi e ragazze molto prima di sapere che esistesse una parola per descrivere questa attrazione. Non ricordo l’età precisa ma intorno ai 9 anni un vecchio amico mi fece una domanda sciocca, per prendermi in giro. Mi chiese se ero “omosessuale”, “eterosessuale” o “bisessuale”. Aveva uno sguardo un po’ infido mentre me lo chiedeva, questo lo ricordo! Io non avevo idea del significato di queste parole ma ho riconosciuto il prefisso “homo” da “homo sapiens” così ho pensato che fosse meglio scegliere quello invece che ammettere, senza volere, chissà quale nefandezza. Il mio amico si è messo a ridere perché, ovviamente, gli ho dato la risposta che si aspettava. “Allora vuol dire che ti piacciono i maschi!” ha esclamato. Quella sera ho cercato il significato dei termini sull’enciclopedia e da quel momento ho capito che c’era una parola per descrivere persone con le mie caratteristiche: bisessuale.

Quando hai fatto CO con tua moglie?

Mia moglie, Talia, sapeva che ero bi ancora prima che cominciassimo ad uscire insieme. La nostra storia è nata come amicizia e visto che sono out con i miei amici già da anni prima che conoscessi mia moglie, diciamo che non è mai stato un problema. Non ricordo neanche di averglielo detto esplicitamente, ad essere sincero. Talia ha studiato Letteratura Tedesca ed Economia al “Bryn Mawr” (un college femminile con una reputazione molto solida in ambito femminista e diritti LGBT). Ho sempre pensato che sarei stato accettato subito da lei e non ho mai avuto paura del contrario.

Tua moglie è bisessuale?

Sì. All’inizio, quando ci siamo incontrati, non aveva ancora preso coscienza del suo orientamento e si identificava come etero. Con il tempo ha cominciato ad identificarsi come “eteroflessibile” ma si è resa conto che, anche se ha una forte preferenza per gli uomini, rimane bisessuale. Ora è il capo redattore di bisexual.org (Talia Squires). Abbiamo scelto la tipica opzione femminista moderna e, anche se siamo sposati, ognuno ha mantenuto il proprio cognome (nei paesi anglosassoni, tradizionalmente, la moglie sostituisce il proprio cognome con quello del marito, NdT).

Prima di sposarti avevi già avuto relazioni poliamorose? Solo monogame? O entrambe?

Sono poliamoroso da quando avevo 17 anni. Una ex ragazza mi ha spezzato il cuore quando ne avevo 16 e, da quel momento, ho cominciato a caldeggiare un tipo di relazione diversa, magari poliamorosa appunto. Come era successo per la bisessualità, non conoscevo ancora la parola “poliamore”. Ma sapevo che non volevo sentirmi limitato ad avere un solo partner. Probabilmente questo sentimento è nato dalla volontà di evitare di essere ferito allo stesso modo. Un modo per non puntare tutto su un solo cavallo insomma, LOL.

Il  vostro legame è stato poliamoroso sin dall’inizio o addirittura da prima che vi sposaste?

Sì. Sono dell’opinione che tutte le relazioni dovrebbero cominciare come aperte fino a che non si decida esplicitamente di farle diventare monogame. Semplificando distinguerei tra “uscire insieme” e “avere una relazione stabile”. Io e mia moglie abbiamo deciso sin da subito che la nostra relazione sarebbe stata aperta anche se nessuno dei due è uscito con altre persone per i primi anni del nostro rapporto. Non perché non potessimo ma perché non ne sentivamo l’esigenza, ancora. Era abbastanza sapere che avremmo potuto farlo se lo volevamo.

Puoi spiegarci le dinamiche del vostro matrimonio poliamoroso?

Con molto piacere. Io e Talia abbiamo parlato tanto e a lungo delle regole su cui si sarebbe basata la nostra relazione. Il dialogo è una cosa che raccomando molto, altrimenti, senza chiarezza, si rischia di dare per scontate certe cose che in realtà non lo sono. Dopo averne parlato tanto abbiamo deciso che ognuno di noi avrebbe avuto il “potere di veto” sui potenziali partner dell’altro. Un modo per rispettare i sentimenti dell’altra persona. Non tutte le coppie poliamorose hanno questa regola, ma noi sì. In pratica vuol dire che se uno di noi due si sente minacciato dal partner dell’altro, possiamo apporre il veto e l’altro smetterà, per rispetto, di uscire con il partner in questione. Fino ad ora nessuno di noi ha mai usato questo “potere” ma ci rassicura sapere che possiamo. Ci aiuta a fidarci l’uno dell’altra e non sentirci gelosi.

Puoi spiegarci dal punto di vista emotivo come funziona la vostra relazione? C’è o c’è stata mai gelosia o, al contrario, completo altruismo e volontà di condividere questa esperienza o altro ancora?

Abbiamo avuto qualche piccolo problema occasionale di gelosia o egoismo, così come qualsiasi coppia monogama. Ma onestamente credo che viviamo queste emozioni negative meno di quanto non faccia la coppia media. Io e Talia stiamo insieme da circa dieci anni ormai e in più io sto insieme al mio compagno principale, Damian, da cinque di questi dieci anni. Sono certo che la maggior parte delle persone converrà che portare avanti in modo così sano e positivo due relazioni così lunghe, per qualcuno della mia età (33), è un segnale piuttosto positivo dell’effettiva durata di una relazione poliamorosa. Io mi aspetto di stare insieme ai miei due compagni di vita, Talia e Damian, “finchè morte non ci separi”. In realtà vorrei poter sposare legalmente Damian così come ho fatto con mia moglie. A parte il lato legale, lo considero mio marito a tutti gli effetti.

Siete “out” con i vostri amici/parenti/colleghi come famiglia poliamorosa? Se no, perché? Se sì qual è la reazione tipica che ricevete?

Sì. Tutti noi, io, Talia e Damian siamo out con i nostri amici e parenti sia come bisessuali che come poliamorosi (anche Damian è bi). Nella maggior parte dei casi abbiamo avuto reazioni positive dalla famiglia. Qualcuno dei membri più anziani e conservatori non l’ha presa molto bene e ci ha messo un po’ a mandarla giù ma nessuno ci ha rifiutato. I nostri amici ci hanno supportato al 100%. Siamo fortunati a vivere in una delle città più liberali, cosmopolite e aperte al mondo: Los Angeles. Le nostre famiglie vivono ad Ashland, in Oregon (una città molto più piccola di Los Angeles ma egualmente aperta come mentalità). Ci rendiamo perfettamente conto di essere privilegiati nell’avere queste possibilità e le famiglie che abbiamo. Troppe persone bisessuali e poliamorose sono intrappolate in ambienti decisamente meno comprensivi.

Avete in programma di avere figli? Se sì, ritieni onestamente di poter mantenere la tua relazione poliamorosa e di essere out con i tuoi figli sia come bi che come poliamoroso?

Avere figli… forse. Mantenere la mia relazione poliamorosa, sì. Siamo ancora abbastanza giovani, dopotutto; mia moglie ha la mia età e Damian ha 23 anni. Ci piacerebbe avere figli un giorno, ma c’è un certo numero di obiettivi personali e professionali che ci piacerebbe raggiungere prima. Non credo che ci sentiremmo “vuoti” se alla fine non avessimo figli. Onestamente credo che potremmo invece avere qualche rimpianto se avessimo figli prima di sentirci pronti. Quindi diciamo che sì, idealmente sì, ma vedremo. Forse se gli Stati Uniti si riprendono un attimo e rivotano per i democratici. Non sono un estremista ma credo che il mondo, quando pensi al mio paese, si chieda “ma che diavolo?!”. Non voglio mettere al mondo un bambino in questo mondo se continua ad essere così fascista. Ma sì, per rispondere alla tua domanda, se avessimo un bambino rimarremmo poliamorosi e saremmo out con lui/lei sia come bi che come poli.

Un consiglio che ti senti di dare ad altre coppie poliamorose sposate?

Non perdere mai di vista te stesso. Essere bisessuale e poliamoroso è solo una parte della tua vita e non è la parte più importante e interessante di una persona. Sia Talia che Damian sono entrambe persone brillanti, talentuose che lavorano duramente per contribuire nel migliore dei modi all’avanzamento della nostra società. Amiamo i nostri cani e adoriamo viaggiare. Lavoriamo insieme per questa meravigliosa organizzazione non-profit che è Bisexual.org (Damian si occupa delle nostre traduzioni in spagnolo) e aiutiamo anche un club bi internazionale chiamato “amBi.org” che è noto per organizzare feste fantastiche! Come succede alle coppie monogame e alle persone etero, è il nostro lavoro che rende la vita piena e soddisfacente e sono i nostri amici e le nostre esperienze che la rendono degna di essere vissuta. Affrontiamo più o meno le stesse difficoltà, all’interno della nostra relazione, che affronteremmo se non fossimo bi e poliamorosi. Quindi il mio consiglio per tutti è: sii te stesso. Non dare per scontato che l’eterosessualità e la monogamia siano una condizione predefinita del genere umano. Pensa in modo sincero ai tuoi sentimenti e a quelli del/dei tuoi partner e crea delle regole speciali per la tua vita e per le relazioni che ti rendono felice. Ogni vita e ogni relazione avrà i suoi alti e bassi, quindi la cosa migliore è essere te stesso e goderti quello che la vita ha in serbo per te come individuo.

 

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