Semplicemente normale: la storia di Emily

Ho 22 anni e abito in Romagna. So di essere bisessuale circa dall’età di 14 anni, il che non circoscrive un arco di tempo particolarmente lungo, ma sufficiente per farmi capire un paio di cose che vorrei condividere con voi.

Innanzitutto ho scoperto di essere bi perché mi sono innamorata e non per una questione sessuale. Di quello mi sono accorta dopo, con mio grande stupore.

Non sono mai stata spaventata, vi devo dire la verità. Forse perché sono cresciuta in una famiglia dove non si è mai parlato di queste cose e quindi non ho potuto farmi né un’opinione positiva, né una negativa.
Semplicemente, quando sono stata abbastanza grande per capire, ci ho pensato da sola.
La testardaggine e la sensibilità che ho sempre dimostrato mi hanno aiutata molto.

Fino a quel fatidico innamoramento pensavo di essere etero, ma una persona molto speciale è entrata nella mia vita, una ragazza per la precisione. Non so spiegarvi esattamente in che modo me ne sono accorta, perché in realtà sono sempre stata molto legata a tutte le mie amiche femmine e quindi – ad oggi – non capisco cosa mi ha fatto scattare quella scintilla in più che mi ha fatto capire “ecco, sono innamorata!”.

Però è successo. Non ci ho messo nemmeno troppo tempo per accettarlo. Era così e basta.
Le cose sono state probabilmente facilitate dal fatto che lei vivesse lontana da me e quindi la relazione non è mai veramente iniziata, nonostante fossi ricambiata.

Volete uno spoiler sul finale?
Oggi quella persona è la mia migliore amica. Non siamo più innamorate, ma ci vogliamo bene.
Sì, è capitato che facessimo sesso.

Ora sono sposata con un uomo e non ho mai dovuto fare coming out.
Io e mio marito ci siamo conosciuti in una situazione particolare, precisamente durante un ménage à trois con un’altra donna.
E’ stato solo dopo che ci siamo resi conto di essere innamorati.

A molte persone sembra uno strano modo per conoscersi, ma vi assicuro che siamo gente normalissima: abbiamo una casa, paghiamo le bollette e ogni tanto il week end andiamo a ballare o al ristorante o al pub.

Ho sempre diviso la sfera sessuale da quella amorosa e, quando capitava che si trovassero in accordo, allora creavo il mio nido, la mia casa.
Mio marito, quindi, ha sempre saputo che mi piacessero sia le donne che gli uomini.
Stiamo insieme da tre anni, siamo sposati da poco più di uno.
In tutta onestà non posso dire che la nostra relazione sia cambiata per il mio orientamento, ma mi rendo conto di essere estremamente fortunata in questo.
Posso dire, forse, che la nostra relazione sarebbe diversa se io non fossi bisessuale.

Ogni tanto capita di includere nel nostro letto altre persone, ma l’amore rimane esclusivamente tra di noi e il giorno dopo tutti gli altri vengono debitamente defenestrati.
Ovviamente scherzo, almeno sul defenestramento.

Siamo passati da un periodo in cui essere bisessuali era “impossibile” a uno in cui “lo fai solo per sentirti alla moda”.
L’ho sentito tante volte dire, soprattutto alle ragazzine più giovani.
Quasi-donne che magari vogliono solo capire da che parte stare, sono state additate come seguaci di una moda che in realtà non esiste, perché essere bisessuali non esiste. Almeno secondo il mondo odierno.
Uomini? Uomini bisessuali? Ah-ah. Cosa sono? Esistono ancora meno di una donna bisessuale.

Per questo motivo mi sento molto fortunata.
Mio marito mi ama, non trova strano, bizzarro, impossibile, quello che sono.
Anche la maggior parte dei miei amici non lo trova strano, gli altri non ne parlano e basta. A me va bene così.
Credo che non sia importante sapere “da che parte del fiume stiamo” per essere amici, conoscenti, per avere una conversazione.
Molte persone con cui chiacchiero abitualmente non sanno questa cosa, ma non perché io mi vergogni: non c’è mai stato modo di parlarne e io non credo che sia la prima cosa che devo dire quando mi presento a qualcuno.

Questo tipo di onestà è dovuto principalmente alla persona che amiamo, alla persona con cui vogliamo costruire un futuro, che poi è quella che deve sapere tutto di noi non perché sia un obbligo, ma perché non può fare a meno di scoprire ogni più piccola sfumatura della nostra anima.

Per ora io e mio marito non abbiamo figli, un giorno forse sì. L’unica cosa che voglio è insegnar loro l’amore, che non dipende dal sesso e onestamente non dipende nemmeno dal fatto che siamo esseri umani o meno.
Voglio che capiscano che non è sbagliato amare, che non è strano amare questa o quell’altra persona.
Quando diventeranno grandi scopriranno cosa vuol dire sessualità e allora per me l’unica cosa importante sarà la protezione, che si prendano cura di se stessi. Tutto qua.

Se fai crescere una persona pensando che un atteggiamento sia normale, se tutti facessero crescere i propri figli pensando che l’unica cosa normale sia essere educati e trovare qualcuno a cui voler bene, allora il mondo sarebbe un bellissimo posto.
Il modo in cui io vorrei dirlo ai miei figli? Non lo so. Me l’immagino come dire loro che il babbo e la mamma fanno sesso.

Quindi normale.

Ho usato troppe volte la parola normale?

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