Scoprirsi uomo transgender a 40 anni: come cambia il mondo, la famiglia, il lavoro, gli amici, l’intimità*. Parte 4

L’intimità. Non penserete mica che sia tutto rose e fiori vero? Ovviamente anche qui dipende da chi avete accanto. Se siete insieme ad una persona bi/pan potrebbe essere tutto più facile (ma non è detto, non siamo macchine), ma se il vostro partner di vita è un monosessuale, che sia etero o gay, le cose si complicano. E parecchio.

I corpi transgender, per le persone rigidamente monosessuali (sì esistono. Poveretti, lo so, che ci dobbiamo fare) non sono necessariamente considerati attraenti. È transfobia? No, semplicemente sono persone monosessuali attratte esclusivamente da persone che rientrano nella loro visione di uomo e donna, ovvero la visione comune, dove le persone e i corpi trans* e intersex non sono previsti. Mi sento di aggiungere, basandomi esclusivamente sulla mia esperienza personale, che in tantissimi casi sia in realtà il risultato di una transfobia non cosciente, ma ci sono anche tanti casi in cui non è genuinamente così.

Se da uomo cis sposato con una donna etero o con un uomo gay, ti scopri donna trans o persona non binaria e desideri, come è giusto, vederti per come ti senti, guardarti allo specchio e riconoscerti e quindi fare in modo che il fuori e il dentro corrispondano il rischio che tua moglie o tuo marito, per quanto spinti dall’amore, non ti trovino più attraente è concreto. E legittimo. Una donna o un corpo non binario femmineo potrebbe non essere contemplato in una situazione del genere. Ovviamente nella realtà ci sono mille varianti e una persona monosessuale può scoprirsi bi/pan o anche solo scoprirsi terribilmente attratta da chi ha accanto e chi ama pur rimanendo monosessuale. Vaffa le etichette. Ma le probabilità che ciò accada sono molto più basse dell’opposto.

Mio marito è un uomo eccezionale, mi ama, mi supporta, cerca di capirmi anche quando sono uno stronzo che mi prenderei a sberle da solo. Ma lui ama le donne, i corpi femminili, i fianchi femminili, le tette. Ci siamo capiti insomma.  La situazione attuale quindi, intimamente parlando, non è delle più rosee perché oltre al sesso biologico esiste il genere. Al di là del fatto che io abbia ancora, oggettivamente, delle protuberanze chiamate tette, e quindi teoricamente attraenti per un uomo cis, il mio genere non è femminile. Con tutto ciò che ne consegue. Un uomo cis monosessuale come mio marito non riesce più a vedermi come oggetto del suo desiderio come potevo esserlo alcuni anni fa quindi, nonostante l’amore, nonostante entrambi conosciamo a menadito il corpo dell’altra persona, lui vede l’intimità con me molto meno “naturale” di prima. Il mio genere maschile sovrasta la presenza delle tette rendendo il mio corpo diverso. Anche se biologicamente non lo è. Perché l’intimità è molto più della biologia, l’attrazione nasce prima dalla testa, dall’atteggiamento, dal modo in cui ci muoviamo e in cui ci aspettiamo che si muovano gli altri, dal ruolo che sentiamo di avere, dalle cose che sentiamo nostre. Anche a letto.

Questo vuol dire che se un giorno la “disforia” diventasse tale da fregarmene dei miei problemi di salute e intraprendere una terapia ormonale e un percorso chirurgico e anagrafico mio marito, probabilmente, non starebbe più con me. Probabilmente resteremmo amici, confidenti, complici e genitori insieme ma la nostra storia d’amore e di intimità sarebbe finita. Cosa che succede a un numero altissimo di persone che si scoprono trans* o fanno coming out trans* in età adulta. Poi dici perché sembra che non esistiamo. Le 12 fatiche di Eracle sono una passeggiata di salute.

Cosa vuol dire questo, che non dobbiamo essere felici? La vita è una gente, certo che dobbiamo esserlo ma dobbiamo anche essere pronti a questa eventualità, prenderla in seria considerazione e non restare scioccati se il nostro partner ci dice “ti amo, ma non sono più attratto da te”. Ha anche il diritto di non esserlo più come tu hai il diritto di voler essere te stesso. E se invece siete ottimisti, tenete una bottiglia in fresco per quando magari vi dirà “cazzo, pensavo di essere rigidamente monosessuale e invece no. Mi ti salterei addosso anche così”.

I figli. Fino a questo momento abbiamo parlato di situazioni che potrebbero capitare a varie categorie di persone trans* adulte mentre adesso l’argomento si fa veramente di nicchia, quello dei genitori…

* Questi articoli sono pensieri personali di Luka, 43 anni, persona bisessuale, transgender e genitore. Descrivono esclusivamente le singole esperienze della persona e non vogliono essere una guida né rappresentare l’esperienza di tutte le persone transgender adulte. Rubrica in 6 parti. 

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