Non sono eterofobo ma… (in 5 facili step)

Chiariamo subito un punto: ho tanti amici etero. Ho anche un marito etero, due figli apparentemente etero e un sacco di parenti con questa stessa problem… orientamento.

Quindi va da sé che non posso essere eterofoba (giusto?). Ma…

Attenzione: presenza di linguaggio esplicito a sfondo sessuale. 

Il mantenimento della bisessualità

1) Una delle difficoltà del coming out bisessuale/pansessuale è che devi farlo centomila volte nella vita. Soprattutto se sei in una relazione monogama o in più relazioni monogame allo stesso tempo (sì lo so, si chiamerebbe poliamore o non monogamia etica ma mi piace l’etichetta “diversamente monogama” o “pluri monogama”, così, tanto per divertirsi e confondere ancora di più i vanilla*). Le persone etero, e anche tanti gay, non concepiscono un mondo che non sia bianco o nero e quindi non partono mai dal presupposto che la persona che hanno davanti possa non essere né gay né etero. Ecco, cominciate a farlo e magari cominciamo noi per primi a richiedere un coming out etero perché io che ne so che non sei bisessuale. Mica l’eterosessualità è la norma eh!

La romanticizzazione dell’attrazione saffica

2) La donna etero romanticizza l’attrazione femminile pensando che le donne che amano le donne vedano la femminilità come la vedono loro: affascinante, dalle forme indubbiamente poetiche e stop. Non metto in dubbio che ci possa essere anche questo aspetto, questa delicatezza d’animo e di pensiero, questo rispetto per la donna in quanto musa e dea, ma alle donne bisessuali piace anche la carne. Non so se questo concetto è chiaro. La vagina, la patata, la topa, la figa, le tette, le poppe, i fianchi, le cosce, i culi. Ma non da ammirare da lontano tipo dolce stil novo. Proprio da affondarci le mani e la bocca dentro. Quindi, cara amica etero che cerchi la mia approvazione quando mi dici che le ragazze di oggi mettono dei pantaloni troppo corti e io ti rispondo, sbavando, che per me più sono corti meglio è, capisco l’imbarazzo, credimi, ma dire che supporti la mia sessualità per poi fare la faccia schifata quando la vedi in azione, non è supportare. È romanticizzare, immaginare cose che non ci sono e poi fare un passo indietro quando ci si rende conto che non è così.

Approvazione etero

3) Un po’ come la maggior parte di noi bianchi, volente o nolente, sotto sotto, pensiamo che tutte le altre etnie vogliano essere come noi, anche la gran parte degli etero pensano che noi froci viviamo per la loro approvazione. Che ci facciamo in quattro per essere accettati seguendo delle rigide etero regole, che viviamo in un costante senso di inferiorità, che quando ci dicono ” ti accetto per quello che sei” troviamo il massimo punto di realizzazione. Non metto in dubbio che tante persone vivano in questo costante stato di ansia e in fondo ci siamo passati tutti, le posso capire e mi dispiace tanto. Siamo esseri umani e in quanto tali possiamo essere insicuri, deboli, ansiosi, fino ad arrivare a voler omologarci per forza per non sentirci diversi perché l’esempio “etero” ci viene imposto come l’unico valido, da emulare assolutamente e non tutti abbiamo la forza per dire “ciccia”. E se non lo fai, se non ti omologhi, puoi essere al massimo accettato ma sempre con riserva, sempre se non ti mostri troppo per quello che sei. Ma ci sono anche tanti che se ne fregano. Non ce ne frega niente della vostra approvazione. Non ce ne frega niente se vi piacciamo o no, se non rientriamo nei vostri standard, se siamo troppo effeminati, troppo mascolini, troppo di troppo. Ci fa piacere avere delle persone che ci vogliono bene, che ci supportano, che ci ascoltano, che lottano con noi. Ma con le nostre regole ed entro i nostri termini. Non “ti supporto ma…”. Ti supporto, punto. Se no, aria.

Anche gli animali sono bisessuali

4) All’etero che vuole aiutare e che giustifica e “sostiene” il mio orientamento sessuale dicendo che visto che millemila animali sono non monosessuali, compresi la giaguara tibetana e lo stercoraro di frittole, non possiamo essere contro natura: grazie, ma paragonarmi a una fenicottera o a un barbagianni non aiuta. Non sarei contro natura neanche se fossi la sola persona, persona, non monosessuale sul pianeta (e credimi amico caro, non lo sono. Sei circondato). Comincia a giustificare la tua eterosessualità paragonandoti al tricheco del lago Michigan e poi se ne riparla. Capisco che davanti a un integralista religioso che dice “siete contro natura” la carta “ma tanti animali sono…” possa sembrare vincente, ma credimi, non solo non riuscirai a fargli cambiare idea (la classica risposta è “beh ma l’essere umano non va paragonato agli animali”) ma sarai comunque riuscito a paragonarci a creature che, comunemente, vengono considerate inferiori, predatrici, selvatiche. Avrai cancellato la nostra umanità, quello che ci rende capaci di sentimenti che vanno oltre la riproduzione. Senti mai la necessità di giustificare la tua eterosessualità prendendo ad esempio la fauna del Borneo? No? E allora perché dovresti farlo con la nostra?

Siamo tutti uguali

5) Gli etero che dicono “per me siamo tutti uguali”. Prima di tutto: no, non siamo tutti uguali. Siamo tutti diversi e meno male. Secondo, questo modo di pensare ( un po’ come “io non vedo i colori, siamo tutti uguali”) ci impedisce non solo di mettere in risalto le nostre sacrosante differenze ma di non parlarne neanche. Non siamo tutti uguali e la nostra sessualità, in questo mondo, in questa epoca ha un peso! Un peso a livello politico, sociale, sentimentale, di salute mentale. Far finta che queste differenze non abbiano un “peso” inneggiando a una fantomatica uguaglianza peace&love, oltre a essere ipocrita (perché, sotto sotto, lo sai bene che non siamo tutti uguali e non è vero che per te lo siamo) è dannosa perché non ci permette di prendere coscienza delle immense differenze che questa società ancora vede. E vede bene, altro che. Aggressioni fisiche e verbali, colloqui di lavoro in cui ti dicono che non sei abbastanza femmina o abbastanza maschio e che quindi non possono assumerti, doversi cambiare nel camerino degli uomini anche se tu sai di essere una donna, essere bullizzato a scuola o sul posto di lavoro. Per non parlare di vite spezzate, famiglie che ti abbandonano, ti picchiano, ti violentano. Queste sono “differenze” che è impossibile non vedere e di cui bisogna assolutamente parlare. E non succedono a chiunque per un motivo random: succedono perché la nostra sessualità e la nostra identità di genere sono ancora visti come sbagliati, contro natura, inaccettabili.

Conclusione

Detto questo, una cosa che mi piace tantissimo dell’essere bisessuale è che raramente ci troviamo a parlare del mondo etero e di quello gay come di due universi separati. Al di là di tutte le criticità, dell’isolamento che subiamo dall’una e dell’altra parte, mi piace vederci non come mondi distinti, ma come un ponte. Un ponte tra due mondi. Sia le persone etero che le persone gay fanno attivamente parte delle nostre vite: sono i nostri mariti e le nostre mogli, le nostre compagne e compagni, amanti, amori, amici più cari. Una convivenza è necessaria per evitare di isolarci e creare un terzo mondo, quello “non monosessuale” che si isola per vivere solo circondato da propri simili. Ma è anche necessario pretendere maggiore supporto, maggiore rispetto e una vera e sincera comprensione, non un’accettazione. Onestamente, non sono eterofoba. Ma.

*”normale”, convenzionale, noioso. In alcuni contesti, il contrario di kinky (fonte: Urbandictionary.com)

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