Il coraggio di essere se stessi: la storia di Mathis – parte 2

Ciao ragazz*,
l’ultima volta che vi ho scritto ho parlato un po’ di me, della mia situazione sentimentale, delle prima volte che mi sono trovato ad affrontare il coming out in contesti diversi e con persone diverse.

Fino a poco tempo fa le persone a cui avevo detto di avere una relazione con un ragazzo e di essere bisessuale erano i miei amici, la mia famiglia (ad esclusione di nonni e zii) e varie persone con le quali, a seconda della situazione e delle esigenze, mi sono sentito abbastanza sicuro da parlare di questo aspetto della mia vita privata. Fino a poco tempo fa ho tenuto segreta la mia bisessualità e la mia relazione nell’ambiente di lavoro, sia con i colleghi che con i titolari.

Veniamo al motivo per cui vi scrivo: è successo! In tutti i sensi grammaticali possibili, ho fatto coming out al lavoro. Ho avuto l’occasione durante il consueto brindisi di fine anno con tutti i colleghi. Alla classica domanda terrorizzante di uno dei titolari, “allora Mathis aggiornaci, come va con queste ragazze?”. Classica sensazione di muscoli che si contraggono, il sistema nervoso che manda segnali di allerta, sudore freddo che si fa largo sulla schiena. Ansia, ansia ovunque.

Lì per li ho risposto con le solite frasi di circostanza, poi ad un certo punto ho ripreso la parola e non so perché ho approfittato della situazione e dell’argomento: “A proposito, era da un po’ che volevo dirvelo. Oltre alle ragazze mi piacciono anche i ragazzi e ho una relazione da 6 anni”. Be’ cari amic* di Bproud, non potevo sperare in una reazione migliore. Un titolare esclama alzando la mano, “Io lo avevo intuito”. Gli altri colleghi hanno detto cose come “Non ci sono problemi”, “Non ci cambia assolutamente niente” e anche i soliti commenti sulla sensibilità dell’uomo gay, che fanno sempre piacere anche se, diciamocelo, non sempre sono vere. E ovviamente secondo giro di brindisi per me!

Che dire, mi sono sentito come quando si gioca a poker con delle carte in mano non proprio forti… E ad un certo punto si decide di andare in all in non sapendo se si vincerà, ed io ho vinto… Ho vinto tutto, ragazz*. Non si è mai sicuri al 100%, perché non sempre va bene. A volte può andare molto male e l’opinione delle persone, soprattutto se legate alla sfera lavorativa, può incidere negativamente sulla qualità di vita di ognuno di noi. Ad esempio si può avere una perdita della serenità sul luogo di lavoro, problemi economici ecc.

Sono sincero: devo ancora abituarmi alla cosa. E’ brutto da dire ma era diventata quasi una cosa automatica mentire e tenere all’oscuro la mia sessualità e relativa relazione. Tenere sempre la guardia alta quando ci si avvicinava a certi argomenti, in particolar modo con i titolari. Non potete capire quanto sia bello ora avere una conversazione come questa: ”Mathis che hai fatto a capodanno?”,  “Sono andato con Lorenzo a Montesilvano, cena e festa in discoteca”, “Avete dormito là?”, “No, siamo tornati verso le 5”, “Ma siete matti e chi ha guidato?”, “Lorenzo, ma tranquillo tanto lui è astemio :)”,  “Certo che mettersi con un astemio Mathis……”

Spero che chi leggerà la mia esperienza sul vostro sito possa in qualche modo ritrovarsi in alcune situazioni descritte, avere spunti di riflessione e non sentirsi solo. Il coming out è una cosa del tutto personale e ciò che ho scritto non vuole essere in alcun modo un invito a farlo a tutti i costi 😉

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