Le mille Bolle dell’arcobaleno

Ieri sera siamo andate a vedere lo spettacolo di Roberto Bolle & friends al Teatro Auditorium di Bologna. So che questa cosa apparentemente potrebbe non c’entrare nulla con il nostro blog, ma appena si sono riaccese le luci ho subito detto a Francesca che volevo scrivere un articolo il prima possibile.

Si è parlato tanto in questo periodo di artisti e impegno LGBT.  Prima c’è stato il festival di San Remo, dove grazie all’idea di Andrea Pinna, vincitore di Pechino Express, 16 cantanti in gara su 20 si sono esibiti in una o più serate con dei nastri, dei braccialetti o comunque un simbolo rainbow per dire che sostengono le unioni civili.
Si sono fatti notare anche gli ospiti, italiani e stranieri, che in un modo o in un altro, chi più esplicitamente chi meno, hanno detto qualcosa in proposito.

Nomi importanti, che fino a poco tempo fa non ci saremmo mai aspettati. Certo, alcuni sono sempre stati più schierati dalla parte della comunità LGBT, tipo Laura Pausini o Elton John ad esempio.
Ma mai ci saremmo aspettati un discorso così aperto, così diretto e così preciso da Eros Ramazzotti.
E mai ci saremmo aspettati che una valletta del festival di San Remo si schierasse apertamente così, prendendo una posizione politica. Siamo talmente abituati ormai all’idea che le vallette non siano in grado di pensare che probabilmente tutti abbiamo pensato ad un atto quasi rivoluzionario… e la faccia di Carlo Conti ha espresso lo stesso stupore di tutti noi quando ha visto Madalina Ghenea salire sul palco con i nastri rainbow legati al polso.

Lo stesso Bolle, presente anche lui a San Remo, indossava un braccialetto rainbow discreto ma decisamente visibile. E per di più ha scelto di ballare un pezzo particolare, non classico, ma di un personaggio molto caro alla comunità LGBT: Freddie Mercury!

E ieri sera, in uno spettacolo che ha incantato per 2 ore, ha portato in scena, oltre agli amori eterosessuali tipici del balletto classico, anche una splendida rappresentazione dell’amore tra due uomini, accompagnato dall’incredibile Timofej Andrijashenko. Un’esibizione da brivido che mi ha profondamente commossa. E che ha commosso il pubblico che ha li ha applauditi tantissimo!

Uscendo dal teatro mi sono detta che quando io ho capito di essere lesbica, 20 anni fa, tutte queste cose non potevo neanche sognarle! Non mi sarei mai potuta neanche lontanamente immaginare che un giorno sarei potuta andare a teatro, con la mia compagna, a vedere un ballerino italiano, considerato uno dei ballerini più famosi al mondo, che rappresenta sul palco l’amore omosessuale e viene pure applaudito!

Quest’ultimo mese è stato un mese durissimo per tutti noi della comunità LGBT. Con la votazione del ddl Cirinnà abbiamo dovuto affrontare tante spiegazioni, discussioni, insulti, offese e spessissimo si sono riaperte ferite profonde.

Abbiamo poi subito la ferita più grande, ovvero quella di veder stralciato l’art. 5 del ddl, quello che tutela i nostri bambini, quello che ci avrebbe riconosciute finalmente Famiglie con la F maiuscola e la cui mancanza ora ci toglie quella dignità nel riconoscimento della vita quotidiana quando li dobbiamo accompagnare a scuola o hanno bisogno di noi in ospedale.

Ma io vorrei che tutti noi, tutti davvero, non ci dimenticassimo di quanta strada abbiamo fatto in questi anni. Abbiamo davvero cambiato la mentalità di questo paese. Certo non possiamo cambiare la mentalità di tutti, quello è impossibile e in qualche modo è anche giusto perché fa parte della democrazia.

Ma se ieri sera Roberto Bolle ha potuto ballare l’amore omosessuale è anche grazie a noi…

Non ce lo dimentichiamo mai!

E andiamo avanti su questa strada… per riuscire ad ottenere anche quello che ci manca e che ci spetta.

Ieri sera ho capito che la costanza premia, come per quei ballerini, come per Bolle. Quanti anni ci mettono per arrivare ad avere quella padronanza nei movimenti? Quel corpo scultoreo e quella flessibilità? Iniziano da bambini e vanno avanti così tutta la vita. Roberto Bolle ha quasi 41 anni.

Noi dobbiamo avere costanza e non arrenderci. Continuare ad insistere e perseguire il nostro obbiettivo. Come fanno quei ballerini. Giorno dopo giorno. I progressi li possiamo vedere nella vita di tutti i giorni, anche se non sono le leggi che vogliamo o se sono tutele solo parziali! La danza è una bella metafora per noi, dovremmo imparare ad usarla… in fondo siamo abituati da anni agli insulti e a non arrenderci, abbiamo un bell’allenamento. Continuiamo! E poi andiamo anche noi in scena con il sorriso, sempre! Penso ai nostri pride. Sono sempre pieni di gioia….

Noi siamo un po’ dei ballerini… siamo davvero le Bolle dell’arcobaleno… e come lui, anche noi ce la faremo ad avere quello che vogliamo, ad essere liberi di scegliere cosa rappresentare nel nostro personale spettacolo. Con tanto di riconoscimenti ufficiali e applausi. E se non piaceremo a tutti, beh, non a tutti deve per forza piacere il balletto, no?

Ci vediamo a Roma sabato! Cercateci se vi fa piacere incontrarci!

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