La bisessualità ha sempre messo in discussione le norme anche nel mondo queer

Per il 50° anniversario di Stonewall Robyn Ochs, una delle più famose attiviste bisessuali, fa una interessante riflessione sulla bisessualità e sul movimento LGBTQAI+, con l’auspicio di un movimento queer pienamente inclusivo, anche nei confronti dei gruppi più emarginati.

Link all’articolo originale. 

Traduzione di Ste, revisione di Francesca.

 

Usiamo il 50° anniversario dei Moti di Stonewall per celebrare l’intero spettro delle nostre differenze e dei nostri desideri.

Il 50° anniversario di Stonewall ci dà l’opportunità di celebrare la nostra sopravvivenza e i passi da gigante che abbiamo fatto negli ultimi cinquant’anni a livello politico, culturale e legislativo. Abbiamo fatto tanta strada.

Ma è anche un momento per fare il punto sulle dinamiche complicate e contestate all’interno della comunità LGBTQ.
Le persone emarginate reagiscono all’oppressione e all’esclusione creando spazi alternativi dove possono definire la loro normalità e ciò è comprensibile. Così facendo, tuttavia, stabiliscono altri confini e limiti, ulteriori distinzioni tra “noi” e “loro” e questo a volte porta a nuovi tipi di esclusione e oppressione.
Lo vediamo nella comunità LGBTQ+ che spesso ha investito eccessivamente in una “narrativa normalizzante” dei diritti civili: “dovreste accettarci perché siamo come voi, solo che siamo gay”.

Alcun* di noi sono tutto tranne che normali. Coloro che sono più difficili da capire da parte della cultura tradizionale, specialmente le persone trans* e bisessuali, sono spesso esclusi ancora oggi perché complicano l’idea di tutto ciò che è considerato “normale” e mettono in discussione il binarismo.
Siamo spesso percepiti e trattati come un peso dalla comunità e dal movimento queer.

In quanto donna bisessuale capisco bene questa realtà. Mi identifico bisessuale da 42 anni. Nel 1982, sei anni dopo avere accettato il mio orientamento, ho finalmente avuto la forza di viverlo apertamente. Ma quando ho iniziato a frequentare ambienti per gay e lesbiche, ho scoperto che le persone bi erano decisamente sgradite.
La nostra presenza era spesso messa in discussione, a volte in modo sottile ma a volte apertamente. Eravamo rifiutati dagli spazi gay e accusati di invadere gli ambienti lesbici. Ci dicevano che le donne bisessuali erano “curiose” che sfruttavano la comunità lesbica e ne inquinavano la purezza.
Alcun* delle mie amiche e dei miei amici bisessuali si sono trovat* così a disagio che se ne sono andat*. Sono stata una delle poche persone che ha perseverato e insistito nella sua appartenenza alla comunità.

Il fatto è che la nostra comunità ha sempre incluso le persone che amano più di un genere. Nel 1970 Brenda Howard, l’attivista apertamente bisessuale, ha organizzato una manifestazione e sfilata a New York per commemorare l’anniversario dei moti di Stonewall, la prima delle manifestazioni e celebrazioni annuali LGBTQAI+ che oggi avvengono in tante città del mondo.
Alcune delle figure culturali più note rivendicate dal movimento lesbico hanno amato persone di più di un genere, per esempio le scrittrici Kate Millet e June Jordan. Le due autrici sapevano che se avessero sottolineato il loro orientamento pubblicamente avrebbero perso il loro status all’interno della comunità lesbica. Anche tante altre persone sono rimaste in silenzio. Non le colpevolizzo per questo, ma il loro silenzio ha facilitato la nostra cancellazione.

A parte alcune eccezioni, le nostre storie sono state scritte da uomini e donne gay e lesbiche, cisgender e bianch*. Raramente vedo qualcosa che rifletta la storia LGBTQAI+ pienamente e in modo inclusivo. Alla bisessualità, se nominata, raramente vengono concessi più di pochi paragrafi. Per questo motivo ma anche per tanti altri accolgo con piacere il riconoscimento che è stato dato recentemente a Sylvia Rivera e a Marsha P. Johnson, entrambe bisessuali oltre ad essere donne di colore, transgender e povere. Che possiamo così ricordarci le pionere del movimento queer in tutte le loro complessità.

Negli ultimi 3 decenni ho parlato in 48 stati degli USA e in 15 paesi. Ho visto una moltitudine di esperienze, comunità e realtà di vita. In alcuni posti molte persone LGBTQAI+ sono profondamente legate al background culturale delle loro comunità ed essere out non è un gran problema. In altri posti ciò è impensabile. Molti anni fa, quando ho parlato a Laramie nel Wyoming, uno studente mi ha detto con le lacrime agli occhi: “sei un visitatore dal futuro in cui spero di vivere un giorno”. Quando ho sentito queste parole ho pianto anche io.

Così tant* di noi combattono ancora con vari livelli di razzismo, transfobia, bifobia e altre forme di oppressione. Essere autentici è ancora un atto di vero coraggio. L’opportunità di incontrare attivisti che vivono le loro vite apertamente e in posti difficili è una delle più grandi ricompense del mio lavoro. Questi sono i miei eroi e le mie eroine della vita reale.

I tempi stanno cambiando. Il numero delle persone che si identificano come bi e/o che hanno un genere non binario e una sessualità al di fuori del binarismo sta aumentando. Le persone bi al momento costituiscono circa la metà di tutte le persone non eterosessuali e questi numeri stanno aumentando nelle nuove generazioni. Lo studio più recente di “Centers for Disease Control” (Centro per il controllo delle malattie) sugli studenti delle scuole superiori mostra che l’8% si identifica come bisessuale rispetto al 2,4% che si identifica come gay o lesbica.

Le persone più giovani hanno una comprensione molto più ampia del concetto di genere e sessualità. Anche se forse non si vedono in questo modo, sono i veri radicali del nostro tempo. Impariamo da loro e seguiamo la loro guida.

Mentre festeggiamo il 50° anniversario di Stonewall, spero che useremo questo momento per accogliere appieno coloro che storicamente sono stati emarginati nella società e nella comunità LGBTQAI+. Le nostre diversità sono importanti e reali, ma le persone queer hanno molto più in comune di quanto tendiamo a riconoscere. Mentre proseguiamo la nostra lotta verso la luce della liberazione, facciamolo con la consapevolezza che siamo molto più forti insieme.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.