Il Natale: momento sereno o incubo insopportabile?

Ieri, mentre cantavo a squarciagola le canzoni natalizie (l’esperienza del coro ti segna a vita) con l’albero illuminato in sottofondo mi sono detta: “Silvia, ma per te cos’è il Natale?”

Credo che l’immaginario del Natale che abbiamo fin da bambini sia molto simile in ognuno di noi.
(LEO: tranne che per gli psicopatici come me… e ce ne sono tanti…)

In genere si hanno in mente delle giornate con enormi tavolate, bambini felici per i doni ricevuti, giovani, adulti e anziani che ridono e scherzano, giocano a tombola o a carte e soprattutto mangiano all’infinito, trascorrendo del tempo prezioso insieme in maniera spontanea, voluta e naturale.
(LEO: di quelle cose che non capisci più nulla e ti metti in bocca i segnalini della tombola e il frollino da the sulle cartelle per fare cinquina)
Il tutto condito da profumi di cibi diversi, colori e luci e avvolto in un calore di affetto consolidato e una sensazione di serenità.
(LEO: quando uno non decide di farsi fuori uno scafoide in snowboard il giorno prima di San Silvestro)

Questo quadretto armonioso è rappresentativo dell’esperienza reale di molte persone ma anche del desiderio/sogno di altrettante, poiché molte volte purtroppo le cose vanno diversamente.
(LEO: dite la verità, che la famiglia del “Mulino Bianco” LGBT+ vi fa gola…!)

Succede a prescindere dal proprio orientamento sessuale o identità di genere, ma spesso le persone LGBT+ purtroppo non riescono ad essere così serene in questo periodo.

In molti casi le famiglie non sanno chi sono, non accettano o sono apertamente schierate contro un membro della famiglia che non rientra in quella che ritengono essere la loro categorizzazione di “normalità”.
(LEO: perché loro invece sono normali……..eeeeehhhhhmmmmmm…….)

E il bellissimo quadro sopra descritto rischia di trasformarsi in un inferno.

Mentre spesso, per fortuna, anche in televisione si parla della solitudine natalizia di persone ai margini della società, non si parla mai di come questo periodo viene vissuto da chi è considerato in qualche modo un problema in una famiglia.

Le famiglie infatti si dividono in 3 categorie:

  1. quelle che sanno di avere un componente LGBT+
  2. quelle che non lo sanno
  3. quelle in cui alcuni lo sanno e altri no
  4. (LEO: e quelle che vorrebbero non saperlo mai)

Ma anche per le persone LGBT+ ci sono diverse categorie:

  1. i single
  2. le coppie
  3. le coppie unite civilmente
  4. le coppie con figli
  5. (LEO: secretly in love with: Naya Rivera, Darren Criss, Tom Hiddleston, Eva Green, Scarlett Johansson… e molti altri)

L’intreccio tra tutte queste opzioni crea situazioni che possono sembrare quasi ironiche, ma che portano spesso una sofferenza notevole e un disagio che nel tempo rimpiazza completamente l’immaginario positivo del Natale.

Mi spiego meglio.

Se una famiglia sa ed è tranquilla, la persona LGBT+ , che sia single, in coppia o in coppia con figli non avrà problemi e riuscirà tranquillamente a vivere un Natale sereno e molto aderente all’immaginario collettivo del periodo festivo.

In tutti gli atri casi invece si creeranno tensioni, non detti, paure, rabbie, ansie ed incomprensioni che si riproporranno ogni anno, magari in maniera diversa, ma che diventeranno l’associazione mentale che andrà a sostituirsi a quella di serenità legata alle feste natalizie.

Faccio qualche esempio che forse renderà l’idea.

  • Il più comune, ovvero le classiche domande: ma non ce l’hai la fidanzata? Quando ti sposi? Non hai ancora trovato una bella ragazza?
    (LEO: “non sarai mica frocio???”)
  • L’accesso a cenoni/pranzi solo come singoli e non in coppia perché la coppia non viene riconosciuta o non viene neanche preso in considerazione di unire le famiglie dei due componenti della coppia.
    (LEO: “… eeeeeeee… chi è il tuo ‘AMICO’…????!?!?!?!?!?!?”)
  • Persone in transizione i cui parenti sono ostili, non sanno come interagire o non vogliono farlo
  • Bambini T che ricevono regali legati al proprio genere biologico e non al genere in cui si identificano
  • Bambini di famiglie omogenitoriali che non riescono a passare un Natale con i cugini, i nonni, gli zii

Spesso il comun denominatore di queste situazioni è la richiesta esplicita o implicita di silenzio sulla propria vita personale se non addirittura di fingere di essere qualcun altro, con conseguente annullamento della propria identità.
(LEO: voglio essere Spiderman… o Poison Ivy, a seconda dell’anno)

Ma cosa succede nelle persone B?
(LEO: Silvia!!! Anche tu…!!! Sempre una categoria a parte noi, vero?!?!?)

Che si sia in coppia con persone dello stesso sesso, dell’altro sesso o single, come troppo spesso succede, anche nelle feste natalizie cala il famoso mantello dell’invisibilità.
(LEO: l’unico caso in cui quello di Harry Potter mi fa una pippa)

Per la coppia tra persone di genere opposto infatti ci saranno magari meno problemi di accettazione ma un maggior problema di invisibilità: appari perfettamente integrato in quella che è la norma e nessuno si pone domande ulteriori. Anzi, se precedentemente la famiglia sapeva che eri in una coppia dello stesso sesso, il cambiamento viene visto come un “ritorno alla normalità”.

Per la coppia tra persone dello stesso sesso invece si creano gli stessi problemi delle coppie composte da due persone omosessuali: non accettazione, silenzio, separazione delle due persone durante le feste.
Se poi precedentemente la persona B era in una coppia apparentemente eterosessuale si può veramente scatenare un incubo con possibili urla e svenimenti di nonne e zie per questo “improvviso cambiamento”.
(LEO: in realtà le nonne sono sempre mooooooolto più aperte e tolleranti di una madre omofobica…)

Il single B invece spesso si trova nella situazione di non poter parlare di nulla e di cercare di sviare le domande insidiose sulla mancanza di una vita di coppia (ad esempio le domande della nonna di cui sopra).

Insomma, in ogni caso il Natale diventa un dramma con caratteri a volte grotteschi da raccontare agli amici dopo l’epifania per cercare di sdrammatizzarne il peso.
(LEO: è così che si diventa writer per blog LGBT+…)

Ma quindi in caso faceste parte di questa larga fetta di persone LGBT+ il cui Natale rischia di trasformarsi in un incubo, come si fa a sopravvivere?

Dopo tanti Natali difficili, noi quest’anno abbiamo scelto di passarlo in famiglia, la nostra famiglia: Fra ed io festeggeremo con Leo e la sua compagna, in montagna, preferibilmente davanti ad un camino e finalmente in un’atmosfera in cui tutti saremo liberi di essere noi stessi!

Perché la famiglia per fortuna non è solo quella biologica, ma quella che ti crei e vuoi tu!
(LEO: “Il legame che unisce la tua vera famiglia non è quello del sangue, ma quello del rispetto e della gioia per le reciproche vite. Di rado gli appartenenti ad una famiglia crescono sotto lo stesso tetto”, Richard Bach)

Buon Natale a tutt*!

Silvia, Leo e tutto il B-team

 

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