Il futuro è qui? No, il futuro è queer.

Qualche giorno fa stavo sfogliando le pagine della mia rivista preferita, Diva, un magazine in lingua inglese “per donne lesbiche e bi” di cui non riesco a fare a meno ormai da un po’ di tempo. Non si trova nelle nostre edicole, purtroppo, e ogni volta è una bella spesa ma, per me, ne vale davvero la pena. Di tanto in tanto faccio capolino nelle edicole nostrane ma dopo venti minuti di giri a vuoto confesso di non riuscire a trovare mai niente che mi “rappresenti”. Sono una donna bi+ “non più giovanissima”, quella che viene definita una “soft butch” nell’apparenza e una mamma queer che frequenta ambienti ben diversi da quelli delle “mamme pancine”. Non c’è una rivista che mi faccia sentire rappresentata o che possa anche vagamente proporre contenuti interessanti tranne, appunto, Diva.

Questa introduzione non vuole essere una sviolinata, ma solo anticipare che la riflessione che sta alla base di questo post è scaturita proprio da un articolo letto sul numero di aprile della succitata rivista. L’autrice si chiede: come sarà il mondo tra 25 anni? Cosa penserà la gente sulla grande varietà di orientamenti sessuali, identità di genere, modi di vivere la propria sessualità, genitorialità, lavoro?

La rivista è inglese quindi mi sono chiesta se la loro prospettiva potesse essere effettivamente integrata con la nostra. La risposta è nì. Se da una parte i paesi anglosassoni hanno raggiunto una maggiore apertura mentale in merito a certi argomenti, è evidente che i cambiamenti non mancano anche nel nostro paese. C’è una differenza enorme tra la vecchia generazione LGBT+ e quelle nuove. E non solo LGBT+. C’è quindi speranza che tra 25 anni ci siano grandi cambiamenti anche nella nostra società? Assolutamente sì.

Vediamone alcuni e cominciamo a rimboccarci le maniche:

1) Il “genere” non esisterà più

Nonostante la caccia alle streghe di chi si riempie la bocca di “teorie gender” senza neanche sapere di cosa stia parlando, le nuove generazioni sono sempre più consapevoli che “il genere” è uno spettro. Il binarismo sui cui si basa ancora la nostra società e che viene spesso abbracciato anche dalla vecchia generazione LG si sta pian piano sgretolando. Perché i giovani hanno sempre una maggiore consapevolezza di loro stessi e la realtà di internet, grazie alla quale sono possibili scambi fino a non molto tempo fa assolutamente impensabili, spinge al superamento dei vecchi modelli “binari” e tutto ciò che si portano dietro, facendoli diventare sempre meno realistici e attraenti. Concetti come “fluidità” e “identità di genere” sono sempre più presenti nel linguaggio quotidiano anche grazie ai social network. Su Facebook sono presenti 71 “tipi di generi” e il 48% dei giovanissimi ritiene che il genere sia uno spettro. Ecco quindi che chi rientra in un concetto di rigido binarismo, anche all’interno della comunità LG, diventa “vecchia generazione”. Chi non sarà in grado di accettare questa nuova realtà e continuerà ad additarla come “sbagliata” sarà destinato all’estinzione. Troppo ottimisti? No. Anche noi di Bproud, nel nostro piccolo, siamo testimoni di questo cambiamento epocale e, credetemi, è incredibilmente emozionante.

2) Sempre più coppie aperte e poliamorose

Questa riflessione è veramente interessante. Mentre è già evidente un aumento di menage “alternativi”, una delle possibilità del mondo futuro è che gli esseri umani comincino a distaccarsi piano piano dal tradizionale modello monogamo per abbracciare altre modalità di stare insieme. Mentre queste ultime non sono una novità per il mondo queer, l’autrice del pezzo ci fa notare come anche molte persone etero siano sempre più spinte verso modelli alternativi. Che le persone LGBT+ stiano diventando “famiglie tradizionali” e quelle etero “gli strani”? Nonostante al momento sia impossibile un’analisi generale e che i singoli casi debbano sempre essere analizzati individualmente, sembra che la tendenza sia proprio quella. Ma anche nel nostro paese sarà così? Non riesco a sbilanciarmi su questo punto perché, rimanendo legata alla mia esperienza personale, che ovviamente non può fare statistica, per me è molto più facile incontrare persone che confessano di preferire tradimenti clandestini a quelle che invece sono pronte ad aprire la coppia in modo etico. Però io stessa faccio parte della “vecchia generazione” quindi la speranza è che questi vecchi dinosauri diventino sempre meno con il passare degli anni e che la nota ipocrisia italica venga piano piano demolita a favore di un modo più sincero di vivere la coppia non monogama.

3) Gli eterosessuali diventeranno ufficialmente una minoranza

Vi è mai capitato di guardarvi intorno e dire: dite quello che vi pare, per me gli eterosessuali “veri” sono rimasti in due. Secondo me siamo quasi tutti queer anche se non lo sappiamo.
Ovviamente non è così, però la convinzione che, con il passare del tempo, una maggiore apertura mentale e un’educazione improntata all’inclusività e al rispetto delle differenze, sempre più persone saranno in grado di scoprire loro stesse sempre prima, quella c’è. E non è solo una sensazione, è un fenomeno reale. Gli orientamenti non monosessuali saranno sempre più “diffusi”, non perché ci sia chissà quale metamorfosi genetica in atto, ma perché ci sarà maggiore consapevolezza di sé, maggiore apertura verso tali orientamenti e quindi meno paura nel rivelarlo e vivere la vita genuinamente. Un sogno? Forse, ma forse anche no. Come dicevo, questo processo è già in atto e ne siamo testimoni tutti i giorni. Tra 25 anni forse non ci sarà nemmeno più bisogno di fare coming out, se non magari per rivelare che “sì ho votato Salvini” tra gli sguardi atterriti di amici e familiari.

4) Maggiore diversità sul posto di lavoro

Una delle “previsioni” dell’autrice dell’articolo riguarda le posizioni di rilievo all’interno delle aziende, pubbliche e private, e l’auspicio di una maggiore diversità e inclusività in futuro. Per quanto possa sembrare molto lontano (di non molto tempo fa la notizia della causa vinta da un manager omosessuale di una nota azienda italiana che è stato vittima di abusi verbali per anni da parte del proprio dirigente) in realtà questo processo sembra proprio destinato a diventare realtà, per due motivi principali. Il primo è che i giovanissimi di oggi saranno gli adulti di domani e che se stiamo assistendo ad una maggiore apertura mentale rispetto alle generazioni precedenti ci si augura che il fenomeno vada sempre a migliorare in futuro. Il secondo è che puntare sulla “diversità” (etnia, background culturale, orientamento) e sull’inclusività sta diventando un trend e che quindi attira clienti e di conseguenza soldi. Quindi l’augurio è che anche le aziende debbano adattarsi per forza di cose.

Su questo punto mi permetto una breve riflessione in più perché mi è capitato spesso di leggere opinioni discordanti. C’è chi critica questo atteggiamento da parte delle grandi industrie come “falso e ipocrita” e chi invece lo abbraccia con gioia. La cosa che ho notato più spesso è che chi sottolinea la “falsità” di questo approccio sono per lo più persone etero che non comprendono quanto una rappresentazione positiva e ben fatta di modelli “diversi” possa essere importante per la comunità LGBT+. L’azienda in questione lo fa per puro interesse commerciale? Sono aziende ragazzi! Certo che lo fanno per interesse commerciale! Nessuno si illude che le cose possano essere diverse, ma quando lo fanno “bene”, quando ci rappresentano “bene” non può che essere un grande vantaggio. Sentirsi rappresentati è vitale. Sapere che esistono altri come te è vitale. Sentirsi supportati con azioni concrete è vitale.

5) Il futuro è adesso

Come diceva la divina Annie Lennox, “The future hasn’t happened yet and the past is gone. So I think the only moment we have is right here and now, and I try to make the best of those moments, the moments that I’m in”.

Quindi? Che state aspettando?

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