I due amori: Lord Alfred Douglas

In una delle puntate precedenti di Bpeople, vi abbiamo parlato di Olive Custance; oggi, invece, andremo a scoprire la storia di quello che è stato suo marito: Lord Alfred Douglas.
Alfred era un poeta, scrittore e traduttore britannico, ricordato soprattutto per il fatto di essere stato il compagno dello scrittore Oscar Wilde, ma è stato anche un poeta uraniano (piccolo gruppo di poeti britannici che componevano opere a carattere omosessuale).

Alfred e Oscar Wilde si incontrarono nel 1891 e iniziarono subito una relazione. Quando il padre, però, scoprì il loro legame, insultò pubblicamente Wilde con un biglietto sgrammaticato lasciato al club dello scrittore: “Ad Oscar Wilde, che si atteggia a somdomita”.
Oscar, su istigazione insistente di Alfred e della sua famiglia, querelò il padre di Douglas per diffamazione. Il confronto diventò inevitabile e, infine, Oscar venne accusato formalmente di “oscena indecenza”, (eufemismo per indicare ogni atto omosessuale, pubblico o privato), reato all’epoca per il quale fu sottoposto a processo. Fu condannato a due anni di carcere e di lavori forzati.
Dopo la sua scarcerazione, i due vivessero insieme per breve tempo in Italia. A Napoli, Alfred abbandonò definitivamente Oscar, forse temendo di essere diseredato dalla famiglia.

All’inizio degli anni Novanta, sei mesi dopo la morte di Oscar, Alfred conobbe Olive e nel 1902, tornato da un viaggio, scapparono insieme e si sposarono. Il loro matrimonio fu costellato di alti e bassi, ma non divorziarono mai. Ebbero un solo figlio, che morì in un ospedale psichiatrico, dal momento che aveva mostrato fin da subito segni di schizofrenia.
Dal 1907 fino al 1910, Alfred fu il curatore di una rivista letteraria, “The Academy”. Pubblicò diversi libri di poesia: Collected Poems, The Complete Poems of Lord Alfred Douglas, Sonnets, due libri sulla sua relazione con Wilde: Oscar Wilde and Myself e Oscar Wilde: A Summing Up e un’autobiografia: The Autobiography of Lord Alfred Douglas.

Alfred fu sia querelante sia imputato in molti processi per diffamazione. Nel più famoso di questi, intentato da Winston Churchill nel 1923, Alfred fu giudicato colpevole di aver diffamato Churchill e fu condannato a sei mesi di prigione. Affermò in seguito che la sua salute non si riprese mai dalle durezze della prigione, tra cui la mancanza di riscaldamento e il dover dormire su un tavolaccio, senza materasso.
Mentre si trovava in prigione, scrisse la sua maggiore opera poetica, In Excelsis, composto da 17 canti. Poiché le autorità della prigione non gli permisero di portare via con sé il manoscritto quando fu rilasciato, Alfred dovette riscrivere l’intera opera basandosi sulla sua memoria.

Dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale, lasciò Londra e si rifugiò presso una coppia di amici a Lancing, dove la morte per insufficienza cardiaca lo raggiunse nel 1945.

[…]
Ed ecco! Nel giardino del mio sogno
due giovani scorsi che camminavano su un piano brillante
di luce dorata. Uno pareva gioioso
e bello e fiorente, e una dolce canzone
moveva dalle sue labbra;
[…]
Ma accanto il suo compagno veniva;
triste e dolce, e gli ampi suoi occhi
erano strani d’ un chiarore mirabile, sbarrati
in contemplazione e molti sospiri mandava
che mi commossero, e le sue gote erano bianche ed esangui
come pallidi gigli, e rosse le labbra
come papaveri, e le mani
continuamente serrava, e il capo
era intrecciato di margherite pallide come labbra di morte.
Un panno purpureo indossava trapunto d’oro
segnato da un grande serpente il cui respiro
era fiamma di fuoco: quando lo vidi,
scoppiai in lacrime e gridai: “Dolce giovane,
dimmi perché, triste ed ansante, tu vaghi
per questi reami di sogno, ti prego il vero di dirmi,
qual è il tuo nome?
Rispose: “Amore è il mio nome.”
Poi, subito, il primo a me si rivolse
E gridò: “Mente: il suo nome è Vergogna.
Ma io sono Amore, ed ero solito stare
da solo in questo giardino, sin quando egli venne,
inatteso, la notte; io sono Amore verace e riempio
i cuori a fanciulli e fanciulle di reciproco ardore.”
Poi fra sospiri l’altro mi disse: “Fa’ ciò che vuoi,
io sono l’Amore che non osa dire il suo nome.”

– Due amori

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.