I bisessuali in coppia “etero” quelli con maggiori problemi di salute mentale

Qualche tempo fa un amico mi ha segnalato una recentissima ricerca australiana svolta su un campione di 2600 persone bisessuali (è, al momento, la più ampia ricerca sulla bisessualità a livello mondiale) che ha scoperto come ci sia un fortissimo legame tra l’essere bi in coppia “etero” e seri problemi di salute mentale. Abbiamo già trattato l’argomento più volte, da ultimo con un articolo del* nostr* Ste che ha riscosso grande successo, quindi quando il mio amico mi ha espresso la sua sorpresa mi sono avventurata nella spiegazione (per quanto si possa spiegare con messaggi sui social) portando alcuni esempi pratici, tra cui il mio personale.

Quali sono, per lo studio, i motivi principali di tali problematiche? Sicuramente una percezione negativa della propria bisessualità (bifobia interiorizzata), una mancanza di risorse a supporto delle persone bi (lo studio afferma come un grandissimo numero di australian* siano attratti da persone di più di un sesso ma che la sanità pubblica non le supporti con servizi adeguati) e, non da ultimo, la sensazione o certezza di avere accanto partner non comprensivi o non pronti a fornire adeguato supporto.

Avendo ben chiare queste motivazioni mi sono chiesta da dove nascesse lo stupore del mio amico, non tanto dal discorso generale “bisessualità e salute mentale” quanto da “bisessuale in coppia etero e salute mentale”. Alla fine mi si è accesa la lampadina: lui non ha analizzato la persona bisessuale nella sua individualità ma all’interno della coppia, che passando per etero ti regala automaticamente quella protezione sociale che le coppie same sex non possono certo dare per scontata.

Lui quindi ha interpretato lo studio non dal punto di vista della persona bi, ma dal punto di vista della società esterna che vede la persona bi in coppia different sex. Ha quindi “trasformato” la persona bi in persona etero in base al sesso del partner e si è chiesto “passate per etero perché tutti questi problemi legati alla salute mentale?”

Non è la prima volta che mi capita di dover affrontare questo ragionamento, che prende non la singola persona come punto di riferimento, ma la sua apparenza legata al sesso della persona che la accompagna. Se sembri etero, preso in questo esempio stereotipato come modello migliore e a cui ambire, non potrai avere problemi ma solo privilegi. La nostra esperienza personale e i risultati di questo studio raccontano un’altra storia.

Partiamo dal mio singolo caso. Posso dire di vivere una vita non completamente genuina, pesante anche sotto certi aspetti legati al mio orientamento e non del tutto soddisfacente? Sì, decisamente, ma nel mio caso il mio partner non c’entra niente. E’ “colpa” di una parte della società esterna che ancora mi considera sbagliata e, spesso, disgustosa. Come vivrei se avessi un partner che non mi supporta? Come vivrei se non potessi esprimere il mio apprezzamento per una ragazza anche solo vista in TV o su una rivista? Se dovessi cambiare il pronome alle mie ex? Se dovessi star zitta ogni volta che sento un commento omofobo o bifobico? Se non riuscissi a dare un esempio sincero ai miei figli? Potrei andare avanti per ore: vivrei malissimo. E sì, la mia salute mentale ne risentirebbe portandomi a limiti estremi come succede per una percentuale altissima di persone bi nel mondo, cis e ancora di più trans, che hanno contemplato seriamente il suicidio almeno una volta nella vita e, in non pochi casi, ci sono effettivamente arrivati.

La bisessualità è un orientamento sessuale a se stante! Non stanchiamoci mai di ripeterlo. Il fatto di essere in coppia “etero” non fa di noi persone etero. Disagi più o meno grandi, più o meno evidenti, sono parte integrante del nostro status di persone bi in una coppia ad orientamento misto e prima si affrontano questi problemi con noi stessi e con i/le nostr* partner meglio è.

Forse immaginando la cosa in questo modo sarà più facile capire e far capire: inserite una persona non etero in un contesto etero fatto di due persone che a sua volta è inserito in un contesto etero molto più ampio. Immaginate entrambi questi contesti come spaventati, ostili, avversi, non comprensivi, non sicuri e, a volte, violenti verso la persona non etero in questione. Che scenario ipotizzate? Come vivrà la sua vita la persona coinvolta? La sua apparenza etero servirà a garantirle una vita serena, priva di pericoli, genuina, aperta, sana?

A voi la risposta.

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