Essere asessuale gray e bi significa ridefinire continuamente il desiderio lontano dai limiti delle costruzioni sociali

Le persone asessuali sono spesso dimenticate e invalidate e questo succede anche all’interno della comunità queer, nonostante l’asessualità sia essa stessa un orientamento non cis-etero-normativo e possa intersecarsi con altri orientamenti o generi che rientrano nella comunità queer. Per questo vogliamo parlare e ricordare della Ace Week, che quest’anno si svolge dal 20 al 26 ottobre.

Riportiamo quindi la storia di una persona bisessuale e gray asessuale, che ci racconta come la sua identità ridefinisca continuamente il desiderio lontano dai limiti delle costruzioni sociali ed esplicita la necessità di un linguaggio queer inclusivo e accessibile anche alle persone asessuali.

Traduzione di Ste; revisione di Francesca.

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So di essere queer da quando avevo 15 anni ma non sapevo in che modo. A un certo punto nel periodo di San Valentino del 2018 ho realizzato di essere una persona nera, bisessuale e asessuale gray.
Il consumismo legato a San Valentino e il libro “Let’s Talk About Love” (Parliamo di amore) di Claire Kann mi hanno fatto esaminare l’ambivalenza dei miei sentimenti nei confronti del sesso e del romanticismo, che avevo ignorato fino a quel momento. Dato che il sesso e il romanticismo rappresentano la norma tanto quanto essere etero, pensavo che i miei sentimenti nei confronti dell’asessualità se ne sarebbero andati, ma non è successo.

Il libro “Let’s Talk About Love” mi ha permesso di conoscere l’asessualità, grazie alla storia di crescita e formazione della protagonista Alice, una persona nera, asessuale e bi-romantica. Mentre cerca di capire in cosa laurearsi e quali sono i suoi obiettivi lavorativi, Alice impara anche a vivere il mondo degli appuntamenti in quanto persona asex e a riflettere sull’impatto che hanno su di lei le relazioni con i suoi amici e le sue amiche e con la sua famiglia. La sua introspezione e la sua scoperta di sé sono servite da stimolo per una conversazione onesta con me stess* riguardo il sesso e il romanticismo.

Alcune delle domande che mi sono post* sono: “Provo attrazione sessuale?”, “Da chi sono attratt*’” e “Quale tipo di attrazione penso di vivere?”. Rispondere a queste domande mi ha messo un po’ a disagio perché non mi è stato inculcato un atteggiamento positivo verso il sesso e scoprire di essere attratt* da persone di più di un genere mi ha creato disagio anche per la bifobia interiorizzata. Però essere onest* riguardo il mio orientamento e come vivo l’attrazione mi ha permesso di imparare di più su di me.

Usando risorse come “The Asexual Journal” e “Asexual Visibility & Education Network”, ho scoperto l’asessualità gray e l’attrazione estetica.
La definizione di asessualità gray varia da persona a persona ma per me significa provare raramente attrazione sessuale e volere fare sesso solo quando si presentano alcune condizioni. Mentre l’attrazione estetica è un apprezzamento generale dell’aspetto di una persona senza implicazioni romantiche o sessuali.

Ho trovato questi termini molto utili, ma allo stesso tempo sentivo che mi mancava il linguaggio per descrivere parti della mia identità asessuale. Il motivo è descritto in modo corretto dall* scrittore/scrittrice Joe Jukes per “The Asexual Journal”: “crescere asessuale significa essere immersi nel linguaggio del sesso”.
Amore, baci e altro ancora sono così legati al sesso e al romanticismo che le persone asessuali e aromantiche (cioè coloro che non provano attrazione romantica) hanno creato un nuovo linguaggio per descrivere le nostre esperienze. Visto che essere asex significa anche essere queer, il linguaggio dell’asessualità, della sessualità, dell’orientamento devono evolvere insieme ad altri linguaggi queer.

Mi sono ritrovat* a mettere in discussione i limiti nel vedere il desiderio e l’attrazione attraverso la lente del romanticismo e del sesso. Ho sentimenti contrastanti riguardo il termine “bi-romantic*” perché non corrisponde in modo adeguato all’attrazione e al desiderio che vivo. La maggior parte delle volte provo un misto tra l’attrazione estetica e un forte desiderio di baciare qualcun*.

Non mi dispiacerebbe avere una relazione romantica ma non penso che per baciare qualcuno devi essere coinvolt* in una relazione romantica. Penso anche che baciarsi in modo consensuale non debba per forza portare al sesso. Se il sesso occasionale esiste, perché non potrebbe esistere il ”baciarsi occasionale”?
Mentre la messa in discussione mi ha reso semplice accogliere la mia asessualità gray, la bifobia interiorizzata e l’incertezza riguardo il sesso mi hanno reso difficile abbracciare l’identità bisessuale, anche se è così che mi definisco.
Non solo il mio cervello era bloccato su una definizione sbagliata di bisessualità che rinforzava il binarismo di genere e l’essere sessualmente attiv*, ma durante una imbarazzante festa del Ringraziamento del 2018 con la mia famiglia sono stat* oggetto di commenti bifobici e mi sono vergognat* ancora di più di usare quel termine.

Oltre a questo anche una mancanza di atteggiamento positivo verso il sesso mi ha fatto sentire che parlare o pensare al sesso fosse sbagliato e che il modo in cui avrei voluto fare sesso non fosse valido.
Sono stati molteplici i fattori che hanno contribuito a rendere il sesso un taboo per me: la normatività dello slut-shaming; l’educazione che ho ricevuto da un padre nero e rigido e da una madre vietnamita; l’astinenza come sola forma di educazione sessuale a scuola in quanto persona nera.

Per esplorare i desideri che avevo durante la notte usavo l’immaginazione. Diventavo creativ* e mi immaginavo come un personaggio romanzesco come Utena e Anthy dall’anime giapponese “Revolutionary Girl Utena” o Usagi di “Sailor Moon”. Mi immaginavo anche baciare un altro personaggio immaginario come Usagi che baciava Haruka (altro personaggio di “Sailor Moon”).
A volte le fantasie diventavano eccitanti e intense mentre il bacio si trasformava in me mezz* nud* mentre mi venivano baciati il seno e la pancia. Mi sentivo eccitat* e liber* durante queste fantasie. Anche se non avevo parole per definire il mio desiderio mi sentivo bene ad esprimerlo senza nessuno che me ne facesse vergognare.
Attraverso questi baci e fantasie sessuali ero in grado di immaginare l’intimità come volevo e i tipi di persone che trovavo attraenti. Però non avevo le parole per il mio desiderio sessuale finché non ho trovato questo articolo, grazie al tweet di qualcuno, riguardo il sesso non penetrativo, scritto da Erika W. Smith e Cameron Glover.

Mentre continuo con la scoperta dei miei aspetti queer, spero che l’asessualità e la sessualità vengano destigmatizzate così che il desiderio, l’attrazione e l’amore non siano più esclusiva del romanticismo, del sesso e di un certo modo di fare sesso. Le persone asessuali gray e bisessuali si meritano di definirsi tramite un linguaggio queer che sia flessibile e accessibile, anche se questo linguaggio non ce l’abbiamo ancora.

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