Black girl magic, y’all can’t stand it: Janelle Monàe

L’ultima puntata di #musicBips è stata dedicata a Janelle Monàe e nel Bpeople di oggi andremo a conoscere un po’ meglio questa grande donna.

Janelle Monàe è una cantante e attrice apertamente pansessuale. Ha recitato in “Il Diritto di Contare” e “Moonlight” (vincitore di 3 premi Oscar) e ha prodotto 3 album. Tramite la sua arte, Janelle affronta tematiche importanti, personali e potenti.
E’ sempre stata molto riservata riguardo la sua vita personale, ma recentemente, con il suo ultimo album Dirty Computer, ha iniziato ad esporsi e ad aprirsi di più. L’album viene descritto dalla cantante come “un omaggio alle donne e allo spettro della sessualità”. I 14 brani si dividono in tre momenti:
– Resa dei conti: presa di coscienza da parte dell’artista di come viene percepita dalla società;
– Contemplazione: accettazione delle sfortune avute nella vita;
– Rigenerazione: ridefinizione della sua identità americana.
In Dirty Computer Janelle canta della sua pansessualità, del suo essere una donna nera in America e della potenza femminile. 

In un’intervista a Billboard ha detto: “Ho scritto l’album da un punto di vista molto personale e profondo, ma ho sempre tenuto presente l’importanza della comunità per persone come me che si identificano in uno dei gruppi marginalizzati. Dalla comunità LGBTQI, alle donne nere, alle minoranze, alle mie sorelle e fratelli Latine – il mio cuore è profondamente connesso con gli immigrati e con quanto stanno affrontando in questo paese. Volevo che ci fosse un’interconnessione al centro di questo progetto: sono una donna nera, ma riesco ancora a capire il tuo dolore e come ti senti: come qualcuno che è stato spinto ai margini della società a causa delle proprie origini.
Andando oltre il mio essere artista e la possibilità di intrattenere e girare per il mondo, quando torno a casa e mi tolgo il trucco e i miei vestiti da performance, rimango una giovane donna nera e queer Americana cresciuta da genitori appartenenti alla classe operaia. Alla fine questa è la mia identità. Quindi era molto importante parlare da questa prospettiva e, nel frattempo, far sapere alle persone che era importante per i Dirty Computers avere una comunità.”
E, infatti, dedica quest’album a: “le giovani ragazze, i giovani ragazzi, le persone di genere non binario, gay, etero, persone queer che stanno avendo un momento difficile con la loro sessualità, coi loro sentimenti o che subiscono bullismo solo per essere se stessi, voglio che sappiano che io li vedo. Quest’album è per voi. Siate orgogliosi.” (Intervista al Time)

La canzone Django Jane dà voce ai pensieri ed emozioni riguardo le intimidazioni ai diritti delle donne.
Infatti, in un’intervista al The Guardian, Janelle l’ha descritta come: “una risposta ai miei sentimenti riguardo le minacce che vengono fatte ai miei diritti come donna, come donna nera, come donna sessualmente emancipata e anche come figlia di genitori che sono stati oppressi per decenni. Donne nere, coloro che sono stati “l’altro” e che sono stati marginalizzati dalla società – questi sono coloro che volevo supportare, e questo è stato più importante del mio disagio nel parlarne apertamente”.

“Black girl magic, y’all can’t stand it
Y’all can’t ban it, made out like a bandit
They been trying hard just to make us all vanish
I suggest they put a flag on a whole ‘nother planet
[…]
We gave you life, we gave you birth
We gave you God, we gave you Earth
We fem the future, don’t make it worse
[…]
You were not involved
And hit the mute button
Let the vagina have a monologue
Mansplaining, I fold em like origami”.

La canzone Make Me Feel, invece, viene considerata come un Inno Bisessuale. Nel video Janelle flirta sia con una donna che con un uomo e canta “E’ solo il modo in cui mi fai sentire”, sottolineando che, indipendentemente dal genere, ciò che conta sono i sentimenti che si provano.
Ma con questo brano, Janelle reclama anche la libertà sessuale delle donne. La libertà di essere in controllo e di poter decidere di sé stesse e del proprio corpo.
Lei stessa ha definito la canzone come “una canzone celebrativa” e ha aggiunto, ad InStyle, che: “Spero che il messaggio arrivi. Che le persone si sentano più libere; non importa a che punto siano nelle loro vite, ma che riescano a sentirsi celebrate. Perché parlo di empowerment femminile, di rappresentazione. Parlo di essere in controllo della propria storia e del proprio corpo. Questo era davvero personale per me, perfino per parlarne: far sapere alle persone che non mi possiedi o controlli e che non userai la mia immagine per diffamare o denunciare altre donne.”

“Baby, don’t make me spell it out for you
All of the feelings that I’ve got for you
[…]
It’s like I’m powerful with a little bit of tender
An emotional, sexual bender
Mess me up, yeah, but no one does it better
There’s nothin’ better
That’s just the way you make me feel
That’s just the way you make me feel
So real, so good, so fuckin’ real
That’s just the way you make me feel
That’s just the way you make me feel”.

Con questo suo nuovo lavoro, Janelle ha anche fatto coming out come pansessuale. In un’intervista a Rolling Stones ha raccontato, infatti, che prima si identificava come bisessuale, ma: “Ho poi letto della pansessualità e ho pensato “Oh, queste sono le cose con cui io mi identifico”. Sono aperta ad imparare sempre di più su me stessa”.

Di questo ne ha parlato nuovamente qualche mese fa, insieme alla cantante Lizzo per Them, dove hanno chiacchierato di coming out, libertà e di vivere e amare a voce alta.

Alcuni stralci dell’intervista:
Lizzo: “Penso che ci sia molta libertà con la sessualità al giorno d’oggi. E tu sei una parte importante di quest’ondata. Puoi parlarmi di questo viaggio?”
Janelle: “E’ stato proprio un viaggio. Per me la sessualità, l’identità sessuale e la fluidità sono un viaggio. Non sono una destinazione. Negli ultimi anni, crescendo, evolvendo e stando con i miei cari ho scoperto tante cose riguardo me stessa. Questa è la cosa eccitante – scoprire sempre cose nuove su te stessa. Ed è ciò che amo della vita. Ci porta a compiere viaggi a cui a volte nemmeno noi stessi siamo preparati. Semplicemente ti adatti a dove sei e a come sei cresciuto in quanto persona libera di pensare.”
[…]
“Essere giovane, queer e nera in America vuol dire poter essere incompresa. Puoi essere odiata. Ma significa anche che puoi essere celebrata e amata. E penso che ci sia molto in gioco quando si sta vivendo a voce alta in questo modo. Una cosa che ho realizzato ancora di più è che quando vivi la tua verità, puoi inspirare ed incoraggiare altre persone a vivere la loro.”

Riguardo il suo coming out ha detto che: “Ero terrorizzata. Pensavo che le persone avrebbero detto, “Oh, è una trovata pubblicitaria.” Pensavo di non poter tornare a casa e partecipare a tutti i barbecue. Avevo l’ansia, ma la maggior parte di essa era infondata. La mia paura era ciò che le persone avrebbero detto. E sono grata di non aver permesso a quella paura di mettersi in mezzo alla mia verità.”

In merito alla rappresentazione all’interno dell’industria dell’intrattenimento, Janelle pensa che essa non si sia ancora adeguata, ma: “Stiamo facendo alcuni passi in avanti, ma possiamo fare di meglio. E ancora, si tratta di normalizzare e raccontare più storie, e introdurre le persone LGBTQIA+ nella conversazione e darci un posto a tavola. Perché non possiamo permetterci di vedere le cose in modo binario. Non è così che funziona il mondo.”

Janelle Monàe è una forza della natura. Non è solo un’artista che fa musica, ma attraverso i suoi testi esprime sé stessa, vive la sua verità lanciando messaggi precisi e diretti e, soprattutto, vuole che le persone appartenenti a minoranze si sentano rappresentate, incluse, ascoltate e comprese.

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