Associazioni LGBT più inclusive per i bisessuali

Ciao a tutt*,

rieccoci qui a parlare di un argomento che sta a cuore a molti: il rapporto tra associazioni LGBT e bisessuali.

Abbiamo parlato spesso di bifobia, di come possa avere un impatto silenzioso ma devastante nella nostra vita di tutti i giorni e del fatto che possa provenire da tutte le direzioni, ovvero sia dagli etero, sia dalla comunità gay e lesbica (il mondo trans per fortuna si è generalmente dimostrato più aperto verso questo orientamento).

Tuttavia, siamo abituati a trattare questo argomento con un approccio negativo, di denuncia, e per quanto sia importante non tacere di fronte a episodi di esclusione o a sfondo bifobico, lo è altrettanto cercare di controbilanciarlo con un atteggiamento più propositivo.

A tal proposito, un nostro lettore ci ha segnalato questo articolo del sito Bisexual.org, che  si intitola “17 ways for LGBT organizations to be more bi inclusive“. Si tratta di una raccolta di 17 consigli per fare in modo che le associazioni LGBT diventino più accoglienti e inclusive nei confronti delle persone bisessuali. Perché non basta non essere bifobici: è arrivato il momento di fare un passo in più, di dimostrare un sostegno concreto verso il mondo bi, perché anche solo apportando dei piccoli cambiamenti si può fare una differenza enorme.

Ecco quindi i 17 punti elencati nell’articolo:

1. Cambiare il nome.

Se un’associazione sceglie come nome “Centro gay e lesbico X”, esclude automaticamente un’enorme fetta della comunità LGBT. Per alcuni può non essere un problema, ma altre persone, soprattutto trans o BI+, potrebbero sentirsi tagliate fuori da un gruppo che si identifica in questo modo. Adottare un nome più inclusivo può essere un primo segno importante di accoglienza, a patto però che la si metta poi in pratica… Altrimenti meglio lasciar perdere.

2. Essere espliciti riguardo l’intenzione di accogliere la comunità BI

Ci sono vari modi per farlo; si può appendere una bandiera bisessuale accanto a quella rainbow, oppure scrivere su siti e volantini “i bisessuali sono i benvenuti”. In un mondo ideale sarebbe superfluo da parte di un’associazione LGBT esplicitare in questo modo l’apertura ai bisessuali, ma purtroppo sappiamo benissimo che per ora ce n’è un gran bisogno.

3. Inaugurare una sezione di libri BI+

Molti centri LGBT dispongono ormai di biblioteche/videoteche molto ben fornite di libri e DVD a tematica. Perché non fare un piccolo passo in più e dedicare una sezione alla bisessualità? Sarà sicuramente apprezzata!

4. Creare gruppi BI

Spesso all’interno delle associazioni si creano dei gruppi specifici: penso ai gruppi dedicati ai giovani, o a quelli per uomini gay anziani; quando eravamo in Inghilterra c’era addirittura un gruppo di donne lesbiche over 50 che si riuniva due volte al mese per fare la maglia 🙂

L’intento di questi gruppi non è creare un’ulteriore separazione; nasce piuttosto dall’esigenza di trovarsi insieme a persone che vivono una situazione simile alla propria e di condividere pensieri e sensazioni, oltre a trovare un supporto concreto ed emotivo. A volte le associazioni non pensano a creare questo tipo di gruppi perché credono che non ce ne sia bisogno; in realtà può semplicemente darsi che molti bisessuali si tengano alla larga dalle associazioni perché non si sentono rappresentati. Mostrarsi accoglienti può essere un primo passo importante per cambiare le cose.

5. Includere link BI sui siti Web.

Internet ormai è il primo punto di accesso per molte persone. Spesso basta un’occhiata veloce al sito di un’associazione LGBT per capire se è davvero aperta a tutti o se si concentra esclusivamente su tematiche gay o gay e lesbiche.

6. Mostrare inclusione verso la comunità trans

Dovrebbe essere scontato che un’associazione LGBT si faccia portavoce anche degli interessi della comunità trans, ma purtroppo non è sempre così, tant’è vero che spesso ci sono associazioni separate che si occupano di queste tematiche. Tuttavia, dato che circa la metà delle persone transgender si identifica come bisessuale o queer, le due cose vanno decisamente di pari passo.

7. Accogliere tutte le differenze, anche quelle etniche e razziali

Come abbiamo già sottolineato per quanto riguarda la comunità trans, è fondamentale che ci sia una volontà di accoglienza a 360 gradi, soprattutto per combattere la discriminazione intersezionale ovvero quella subìta da persone che sono, ad esempio, sia trans che straniere.

8. Organizzare eventi per il Bi Visibility Day

Molti ancora non sanno che esiste una bandiera bisessuale e persino una giornata dedicata alla visibilità bisessuale, il Bi Visibility Day, che si celebra il 23 settembre. Un motivo in più per fare festa e mostrarsi inclusivi.

9. Inserire persone bisessuali del direttivo

Per fortuna, diverse associazioni LGBT in Italia lo stanno già facendo. Se una persona dichiaratamente bisessuale fa parte del comitato direttivo, è probabile che l’intera associazione sarà accogliente nei confronti delle persone BI.

10. Collaborare con associazioni BI

Spesso all’interno delle associazioni c’è la volontà ma manca la conoscenza dell’argomento: perché allora non organizzare eventi in collaborazione con gruppi BI?

11. Includere nello statuto una dichiarazione esplicita contro la bifobia

A volte basta una frase diretta per far capire che la propria associazione non solo accoglie le persone BI+, ma si fa anche portavoce attiva dei loro bisogni.

12. Organizzare formazioni sulla bisessualità

Questo è un punto che ci tocca direttamente: da anni collaboriamo con diverse associazioni in tutto il nord Italia per organizzare incontri di formazione sulla bisessualità, sia nelle sedi, sia anche nelle scuole o presso altri enti. Se siete interessati, contattateci!

13. Bloccare la bifobia sul nascere

Può essere una semplice frase, un commento sarcastico o una frecciatina “innocente”, ma è fondamentale far capire chiaramente a tutti gli associati che la bifobia non è tollerata in nessuna forma.

14. Includere una guida sull’inclusione dei bisessuali nelle indicazioni rivolte ai responsabili dei comunicati stampa

Abbiamo detto più volte quanto sia fastidioso arrivare alla fine dei cortei dei pride e ritrovarsi ad ascoltare una serie di discorsi rivolti alla comunità “gay, lesbica e trans”. O ricordare ogni volta che il 17 maggio è la giornata contro l’omo-BI-transfobia. Attenzione, le parole sono importanti!

15. Non dare per scontato l’orientamento sessuale di nessuno

Siamo talmente abituati a pensare che quando due uomini o due donne stanno in coppia siano entrambi omosessuali che spesso non ci accorgiamo neanche che anche questa è una forma di bi-erasure. È molto probabile che uno dei due sia bisessuale, dato che più della metà della comunità LGBT si riconosce in questo orientamento. È sufficiente imparare a dire “una coppia di donne” invece di “una coppia lesbica”. Uno dei motti della comunità BI è, infatti, “Assume nothing”, ovvero “non dare niente per scontato!”

16. Fate in modo che gli eventi siano inclusivi per i BI

Se organizzate un evento, invece di parlare, ad esempio, di “Cineforum gay”, valutate di chiamarlo “Invito al cinema LGBTQ” e di includere nella programmazione anche film a tematica BI+ e trans. Nel caso in cui vi mancassero le idee, contattate un’associazione BI! Noi siamo sempre disponibili 🙂

17. Mettete a disposizione gadget BI

Manca poco al pride e siete presissimi con adesivi, bandiere e striscioni? Una buona idea può essere preparare anche dei piccoli gadget per la comunità BI. Molti bisessuali sfilano ai pride ma per vari motivi rimangono “invisibili”. Basta un piccolo gesto per far vedere che anche noi ci siamo e marciamo con orgoglio per i diritti!

 

Speriamo che questa piccola guida vi sia piaciuta.

Avete altri consigli o suggerimenti su come rendere le associazioni più accoglienti per i BI? Fate parte di un’associazione e vorreste cercare di includere i bisessuali in modo attivo? Contattateci via mail all’indirizzo scrivi@bproud.it o sulla nostra pagina Facebook!

 

A presto,

Bproud

 

 

photo credit: Jcomp – Freepik.com

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