Perché

Alcuni ritengono che un’associazione di e per bisessuali sia superflua. Il motivo è che possiamo semplicemente essere “assimilati” agli omosessuali perché in parte viviamo le stesse esperienze e spesso condividiamo le stesse difficoltà che affrontano loro. Anzi, spesso si tende a pensare che, rispetto a gay e lesbiche, i bisessuali abbiano una vita più facile, perché possono sempre “farsi passare per etero”. Questo porta alla creazione di una serie di pregiudizi che non è facile smontare, tra cui l’idea che la bisessualità non esista, che sia solo una fase o un modo per rendersi più interessanti agli occhi degli altri.

Non è così! Essere bisessuali per davvero (baciare la tua migliore amica in discoteca per farti notare dal ragazzo che ti piace non conta…) non è per niente facile, perché si rischia di diventare oggetto di una doppia discriminazione, sia da parte degli etero, sia da parte degli stessi omosessuali, che spesso accusano le persone che si dichiarano bisessuali di mancanza di coraggio, perché “se solo fossi più onesto con te stesso, capiresti che in fondo sei semplicemente gay!”.

Questo è, a mio avviso, il motivo principale dell’invisibilità della comunità bisessuale, nel mondo ma soprattutto in Italia, dove non c’è alcun tipo di rappresentanza, né a livello associativo, né ai Gay Pride, né in nessun’altra forma (se escludiamo gli annunci a sfondo erotico…). In questo modo si viene a creare un circolo vizioso: nessun bisessuale si espone in prima persona perché ha paura del pregiudizio, e visto che nessuno li smentisce, i pregiudizi diventano l’unica immagine che si ha della bisessualità. (Per avere un’idea di quello che si dice in giro di noi, dai un’occhiata alla sezione Pregiudizi).

Personalmente, sono stanca di vivere questa situazione. Nella mia vita, ho avuto due sole relazioni importanti: una di dieci anni, con un uomo e quella attuale, di otto anni, con la mia compagna Silvia, co-ideatrice del progetto. Silvia è lesbica e per fortuna, nonostante le iniziali paure, ha capito che la mia bisessualità non mi impedisce di vivere una relazione felice (e monogama) con lei. Dopo esserci confrontate in diverse occasioni con ambienti sia etero sia gay/lesbici, ci siamo rese conto che la maggior parte delle persone non ha idea di cosa significhi, nella pratica, essere bisessuali, perché in Italia non ci sono modelli reali di riferimento.

In questo, io sono stata doppiamente fortunata. Innanzitutto perché, nel momento in cui ho preso pienamente coscienza della mia bisessualità, la mia compagna mi ha sostenuta in pieno, senza lasciarsi scoraggiare dalle paure e dai pregiudizi. E in secondo luogo perché, essendo traduttrice, ho avuto e ho tuttora accesso a una serie di preziosissime risorse che, purtroppo, sono al 90% in lingua inglese. Navigando in rete ho avuto la possibilità di confrontarmi con persone che provavano le stesse cose che provo io, di raccogliere moltissime informazioni e di rendermi conto di non essere un’aliena, perché nel mondo ci sono tantissime persone come me, solo che in Italia non si sono mai organizzate in un gruppo o una comunità strutturati come all’estero. Ma tutti abbiamo bisogno di sapere che non siamo soli: ne è la prova la quantità innumerevole di domande sulla bisessualità in un sito come Yahoo Answers (vedi sezione Lesbiche, gay, bisessuali e transessuali).

Se oggi un ragazzino o una ragazzina – ma anche uomini e donne di qualsiasi età – si rendono conto di provare attrazione per entrambi i sessi, non hanno alcun punto di riferimento concreto, se non le associazioni gay e lesbiche già attive su gran parte del territorio. Ma queste ultime (per quanto io sia assolutamente favorevole al loro operato e le ritenga indispensabili, ognuna nella sua specificità), non possono per loro natura fornire un sostegno adeguato a chi sente che i propri sentimenti e le proprie attrazioni non vanno in una sola direzione.

Da qui l’idea di Bproud. Un progetto che nasce nel mondo virtuale ma punta a concretizzarsi in quello reale: per chiarire dubbi ma anche dare vita a nuove idee per crescere insieme, e magari un giorno riuscire a creare un gruppo di persone che non hanno paura di esporsi “in prima linea” per spiegare a chi non lo sa – ma soprattutto a chi ne ha bisogno – cosa significa essere bisessuali.

2 thoughts on “Perché”

  1. Complimenti per il blog! In Italia purtroppo i bisessuali sembra quasi che non esistano, in altri paesi (vedi uk) invece ci sono molte associazioni. Non capisco questa contrapposizione netta e frontale “gay vs etero”, sono dell’idea che bisognerebbe tendere ad un mondo senza etichette, in cui ognuno sia libero di vivere serenamente e senza pregiudizi la propria sessualità… Ti piacciono le donne, bene! Ti piacciono gli uomini, bene! Ti piacciono entrambi, bene! Il concetto secondo me è che ognuno dovrebbe sentirsi libero di poter amare chi desidera, indipendentemente dal fatto di considerarsi etero, gay, bisex o altro. Purtroppo ho l’impressione che (soprattutto in tv) si riduca al tutto a questioni del tipo “pro-contro gay”, dando ovviamente un’immagine stereotipata e pregiudiziale dell’omosessuale e sviando il senso del discorso.

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